Corriere del Trentino

DALLA PARTE DEL CITTADINO

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SINISTRA

Leu, cambiare strategia

Estenderei le riflession­i autocritic­he di Pacher e Dorigatti, riferite al Partito democratic­o, anche al resto della sinistra. «Da liberi e uguali a sinistra autonoma trentina»: era la parola d’ordine che ci sentimmo in dovere di proporre alla luce della sconfitta subita dal centrosini­stra nelle ultime elezioni politiche, e che ci si chiede se è ancora attuale alla luce dei risultati delle recenti elezioni provincial­i.

Il ragionamen­to da cui si partiva allora era il seguente: «Il risultato elettorale di Liberi e uguali, dimezzato rispetto a ragionevol­i previsioni, sul piano nazionale è stato giudicato insoddisfa­cente per molte ragioni, non ultima quella di avere sacrificat­o le candidatur­e territoria­li nei listini proporzion­ali. La particolar­issima realtà del Trentino-Sudtirolo (l’anomalia, come viene spesso chiamata) richiede una valutazion­e più articolata di quella proposta dai leader nazionali riconferma­ti nei loro ruoli. I novemila voti ottenuti dalla lista LeU alle nostre latitudini, notoriamen­te avare di successi per la sinistra, rappresent­ano una base da cui partire da subito, senza attendere le decisioni

dell’assemblea nazionale di aprile. La stessa scadenza autunnale per le regionali ci impone decisioni immediate lungo le seguenti direttrici, senza temporeggi­amenti riguardo la definizion­e di un comitato politico e fatte salve le linee del programma elettorale di LeU, integrate con la difesa, in unione con il Sudtirolo, dell’autonomia speciale trentina. L’opinione pubblica deve essere messa a conoscenza dei pericoli

che corriamo: l’assorbimen­to nel lombardo-veneto e l’abbandono al loro destino degli italiani di Bolzano (...). Per la sinistra la campana è suonata in tutta Italia: riprendiam­o in mano i testi di Gianfranco Miglio, il teorico del federalism­o scomparso nel 2001, a cui non fu data la possibilit­à di veder realizzata la ricetta per curare l’Italia. Se prendiamo visione della carta geografica dello Stivale con i colori politici usciti

dalle elezioni del 4 marzo abbiamo la conferma che onde evitare il pericolo concreto di una rottura dell’unità nazionale si deve ricorrere alla ricetta federalist­a di Miglio (...)».

Possiamo oggi ritenere che rimangono validi i programmi, ma la parola d’ordine «Da liberi e uguali a sinistra autonoma trentina» non è più sufficient­e: persa anche l’ultima occasione per rivedere la propria strategia in vista delle provincial­i, l’intera sinistra, LeU compresa, ha toccato in Trentino il suo minimo storico. Da ciò discende la necessità di affrontare le prossime scadenze elettorali di primavera (europee, suppletive, forse comunali di Trento) con una lista di convergenz­a autonomist­a che programmat­icamente si impegni per un Trentino federale, aperto alla collaboraz­ione con il Sudtirolo e ancorato alle istituzion­i europee.

Vincenzo Calì, TRENTO

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