Il neo folk meticcio e suadente di Bedouine dagli Usa al palco di Trento
Il secondo appuntamento di «Transiti – Musiche in movimento» parla mediorientale con il concerto della cantautrice di origini siriane Bedouine, questa sera al Teatro Sanbapolis di Trento (ore 21). La rassegna del Centro servizi culturali Santa Chiara, curata da Alberto Campo, propone il neo folk al femminile dell’astro nascente Azniv Korkejian.
Musicista trentatreenne figlia di genitori armenisiriani emigrati da Aleppo in Arabia Saudita, poi negli Stati Uniti. Cresciuta a livello professionale a Los Angeles nel settore della post-produzione cinematografica, Bedouine ha coltivato il suo talento espressivo, trovando il modo di valorizzarlo con il team Spacebomb (Richmond) del produttore Matthew E. White con cui ha pubblicato nel giugno 2017 il disco d’esordio Bedouine, ossia il suo pseudonimo scelto a simboleggiare l’andamento nomade del proprio cammino esistenziale, dominato dalla sua voce calda.
Artista dallo stile nitido e seducente, Bedouine propone un elegante esercizio di folk vecchio stile, impercettibilmente screziato da sfumature esotiche, che prendono spunto dalle lontane vibrazioni mediorientali o risentono di un eco della bossa nova brasiliana.
Di se stessa, la cantante Bedouine parla citando un passaggio da Le città invisibili di Italo Calvino: «Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti».
Dal vivo, Bedouine si esibisce in perfetta solitudine, che tra l’altro è il modo migliore per apprezzarne lo stile garbato e minimalista, come già ha avuto modo di fare il pubblico che a giugno, in occasione del suo debutto italiano alla Triennale di Milano, ha avuto l’occasione di ascoltarla. L’ingresso è di 10 euro (ridotto a 8 euro per gli under 26 e 5 euro per gli studenti universitari).