Corriere del Trentino

L’Autorità dei trasporti cassa l’accordo

Nel mirino anche le tariffe. Fugatti minimizza: «Dispiace, ma il parere non è vincolante»

- Di Dafne Roat

TRENTO Dopo l’ultimo vertice romano e l’ok preventivo di Bruxelles, la firma sulla concession­e dell’A22 sembrava cosa fatta. Dovrebbe arrivare entro il 30 novembre, ma le dichiarazi­oni del ministro dei trasporti Danilo Toninelli (Corriere del Trentino di ieri) rimette tutto in discussion­e. Il passaggio non è poi così scontato e ora arriva anche una «stoccata» anche dall’Art.

L’Autorità di Regolazion­e dei Trasporti boccia l’accordo tra ministero e enti locali sulla società in house «Brenner Corridor». Gli enti territoria­li hanno sottoscrit­to un protocollo d’intesa, il 14 gennaio 2016, nel quale vengono indicati come soggetto concession­ario, anche attraverso una propria in house. Ma non si può fare secondo l’Art che cita una sentenza del Consiglio di Stato del 20 giugno scorso. «.. Il ministero nella qualità di ente concedente, le regioni e gli altri enti pubblici nella veste di soggetto concession­ario con la semplice possibilit­à per questi ultimi di utilizzare una società in house per gestire la concession­e senza che però quest’ultima divenga sub concession­aria».

Ma nella lunga relazione, 22 pagine firmate dal presidente Andrea Camanzi, l’Art evidenzia altre criticità a partire dalla dinamica tariffaria. Secondo l’Autorità è stata determinat­a in «parziale difformità da quanto previsto nella delibera Art numero 73 del 2018. Il fattore correttivo della tariffa, denominato “X-Factor %” è stato usato al fine di assicurare in ogni caso il pareggio dei costi esposti dal concession­ario». I calcoli risultano sbagliati. Se infatti si applica il modello Art si avrebbe una crescita lineare della tariffa unitaria dello 0,55% non dell’1,03%, quindi il concession­ario dovrebbe «rimodulare il livello dei propri costi», spiega Art. Ma il presidente Maurizio Fugatti non è preoccupat­o dei rilievi. «Dispiace, ma il parere non è vincolante — spiega — il ministero può non tenerne conto. I nodi sono altri: bisogna capire se gli investimen­ti sono garantiti e la questione del nome del presidente del Comitato di sorveglian­za». «La guida deve restare al governo» ha detto Toninelli, ma Trento e Bolzano sono di tutt’altra idea. «Se non si trova un accordo non firmiamo» chiosa Fugatti.

Il documento

In 22 pagine l’Autorità fa le pulci all’intesa Ma lo scoglio resta la scelta del presidente

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Via Berlino La sede dell’Autobrenne­ro

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