Al Villazzano diventa pop
Mimi, clown e danzatori «La Locandiera»
Un Marchese che nel primo atto dichiara: «Una Mirandolina muta! Ahaha non oserebbe tanto neanche il più spettinato dei capocomici in teatro». Una Mirandolina tanto indiscutibilmente potente, moderna e consapevole del suo essere donna da non aver bisogno di pronunciare nemmeno una parola per farsi rispettare, mentre attorno a lei i suoi spasimanti si affannano in un mare di parole. Alessandro Saitta l’ha immaginata così la Locandiera di Carlo Goldoni, nella sua rilettura di quello che è considerato il capolavoro del drammaturgo veneziano. Una nuova versione che rende omaggio al grande classico e lo stravolge al tempo stesso, come provocatoriamente mostra il titolo La Locandiera – Esprit de pomme de terre, al debutto questa sera alle 20.45 sul palco del Teatro di Villazzano. Ma per il trentaquattrenne siciliano Saitta non è la prima volta in questo teatro. Proprio al a Villazzano lo scorso novembre il primo studio di quindici minuti de La Locandiera – Esprit de pomme de terre ha vinto il premio della giuria tecnica del Festival internazionale di regia Fantasio 2017, aggiudicandosi il diritto ad essere prodotto in forma completa. Un anno dopo, alla vigilia dell’edizione 2018 del Festival (6 e 7 dicembre), il Goldoni di Saitta torna in scena. La protagonista muta non è l’unica rivoluzione che il regista siciliano ha deciso di operare sulla drammaturgia scenica, rivolgendosi al contrario a una serie di discipline e contaminazione culturali in grado di infondervi nuova linfa. Mimo, clownerie, danza e teatro si mescolano in questa nuova produzione, così come il nord e il sud del paese, nella virtuosa collaborazione di ben quattro compagnie - le trentine Teatro E e AriaTeatro e le siciliane Compagnia dell’Arpa e Compagnia Decalè - e degli attori Roberta Lionetti, Dario Battaglia, Ivan Graziano e Norman Quaglierini, provenienti da Puglia, Campania, Sicilia e Trentino. (ch. m.)