LO SPOPOLAMENTO DELLE VALLI E LE RIFORME INCOMPIUTE
Nell’intervista al Corriere del Trentino il nostro vescovo Tisi ha parlato dei pericoli insiti nel fenomeno recente dello spopolamento delle valli trentine. Su un altro quotidiano compare la toccante lettera di una donna di Dimaro che rinuncia «all’allevamento di pecore e capre e a frequentare la montagna per il terrore» dovuto alle continue stragi effettuate dagli orsi, sempre più diffusi. E al pericolo improvviso che corrono gli abitanti e soprattutto i bambini. La lettera appare come la punta di un iceberg. Sono state le scelte infelici dei passati responsabili, supportate anche da enti prestigiosi come il Muse a creare presenze propagate ormai fino alle porte della città di Trento. L’abbandono di attività, frequentazioni e land-use della montagna può anche comportare modifiche nelle possibilità di coltivazione, utilizzazioni e dello stato di salute dei boschi. Che le terribili ventate recenti hanno messo in luce. E incoscienti associazioni animaliste plaudono, non alle stragi di pecore e capre, ma alla recente presa di posizione di un giudice che sulla base di leggi anacronistiche ha riaperto l’inutile bega sull’eliminazione sacrosanta di un’orsa che dicono sia stata essa a ferire quasi mortalmente due atleti in allenamento nei boschi prossimi alla propria abitazione abituale. E non li altri sessanta e molti più plantigradi feroci predatori carnivori, un cancro che tende a minare la tranquillità e la sicurezza dei montanari, che girano come proprietari indisturbati fino alle porte di Trento. La gente così non frequenta i boschi e si allontana definitivamente dalle convalli tridentine. Grazie anche alla presenza orsina che prima non c’era affatto, imposta dall’alto senza consultarli.
Caro Gaddo,
l’arcivescovo Tisi ha posto un tema che da sempre informa il dibattito pubblico trentino: il rapporto tra centri urbani e valli. Anche le riforme istituzionali hanno provato ad affrontare la questione senza tuttavia riuscirci perché alla fine non si è mai registrato un riequilibrio nelle funzioni tra i due poli che caratterizzano il territorio. Valuteremo come verrà affrontato il problema in questa legislatura dal neogovernatore Fugatti che dovrebbe a breve mettere intorno allo stesso tavolo tutti i portatori d’interesse. Non credo, onestamente, che l’orso sia una delle cause dello spopolamento. Hanno radici più profonde che risiedono nell’orografia del territorio, nella difficoltà di mantenere servizi, nelle opportunità che le valli offrono ai giovani.