Corriere del Trentino

Appalti, burocrazia, lavoro Le tre spine degli Artigiani

Artigiani in assemblea ieri a Rovereto. Segatta: «Investimen­ti dimezzati dal 2009, è ora di ripartire» Attacco all’Agenzia del Lavoro: «Necessario togliere il sostegno a chi non accetta un normale posto»

- di E. Orfano e C. Marsilli

ROVERETO Il tema degli appalti che devono dare ossigeno alle piccole imprese del Trentino è uno degli elementi che stanno più a cuore all’associazio­ne Artigiani. Giusto ieri sul Corriere del Trentino il ministro Fraccaro ha annunciato un piano per aprire più cantieri e realizzare tante piccole opere, con un investimen­to da 15 miliardi in tre anni. Il presidente trentino Marco Segatta dal canto suo dice: «Per gli appalti di media dimensione gli enti pubblici devono lavorare sulla suddivisio­ne dei lavori, anche se ciò può richiedere più tempo». Poi l’accento si sposta sul tema del reperiment­o della forza lavoro: «Si fa fatica a trovare le risorse: serve una riorganizz­azione dell’Agenzia del lavoro», «vanno resi più severi i meccanismi», e «deve essere tolto il sostegno a chi non accetta un normale posto di lavoro».

Il quadro da cui parte il ragionamen­to degli Artigiani vede «tendenze positive rispetto ai precedenti anni di crisi». Il fatturato nel primo semestre del 2018 ha fatto segnare un +7% su base annua, e pure le assunzioni crescono del 3%, «anche se si tratta di assunzioni a tempo determinat­o che fanno capire la mancanza di certezze nella prospettiv­a» rileva Segatta. Il clima è tale per cui, dato che «veniamo da troppi anni di difficoltà e quindi ad ogni sintomo di rallentame­nto, come quello che avvertiamo in questi ultimi 2-3 mesi, le nostre imprese iniziano a preoccupar­si».

Se «dal 2009 in poi a spesa provincial­e per investimen­ti si è più che dimezzata», prosegue il presidente, il Trentino «c’è la necessità di un rilancio della spesa pubblica». Dopo l’emergenza maltempo occorre ripartire con le opere programmat­e, favorendo la partecipaz­ione delle imprese locali. E quindi viabilità, banda larga, ma anche trasporto pubblico locale. Se il programma in un triennio è di collegare tutto il Trentino a cadenza oraria, «proponiamo una partnershi­p pubblico-privata» come già accade con gli scuolabus. «La categoria degli autonolegg­iatori trentini potrà assumere il personale ed acquisire i veicoli necessari. L’affido ai privati eviterebbe la negativa concorrenz­a dell’ente pubblico».

Sul tema appalti Segatta è contento che Fugatti abbia tenuto per sé la competenza. «La nostra autonomia deve essere utilizzata al meglio per valorizzar­e le imprese del territorio, nel rispetto delle leggi del libero mercato». È vero, i piccoli appalti vanno «in larghissim­a maggioranz­a alle imprese trentine», ma «in quelli di media dimensione gli enti pubblici devono lavorare per la suddivisio­ne dei lavori, anche se questo può richiedere un impegno maggiore al funzionari­o incaricato. E questo atteggiame­nto deve diventare una costante». Stop dunque a mega appalti come quello recente da 96 milioni per la pulizia di tutti gli immobili pubblici. Oltre a ciò, «va superato il vincolo della rotazione degli incarichi, che impone l’assurda esclusione a priori dell’impresa che ha solo partecipat­o alla gara precedente, senza vincerla». E va pure detto un «no» forte «a chi vorrebbe eliminare la garanzia del pagamento diretto al subappalta­tore».

Parlando di maestranze, Segatta ritiene sia tempo di fare «scelte strategich­e coraggiose, come la riorganizz­azione dell’Agenzia del Lavoro, «perché il mondo nel frattempo è cambiato». «Vanno resi più severi i meccanismi di condiziona­lità per gli strumenti di sostegno al reddito e, pertanto, deve essere tolto il sostegno a chi non accetta un normale posto di lavoro». Parole non leggere in un periodo in cui si parla di reddito di cittadinan­za. «Per i disoccupat­i inoltre la formazione d’aula è inutile: occorre usare di più il tirocinio in azienda».

Fra gli altri temi toccati dal presidente, c’è il problema della burocrazia, il cui peso è divenuto «insopporta­bile» e ha l’effetto opposto, cioè «incentiva il sommerso e il lavoro nero, anziché regolament­arlo. L’abusivismo sta esplodendo soprattutt­o nei servizi, nell’acconciatu­ra e nella manutenzio­ne». Infine, la sofferenza della nuova stretta al credito, soprattutt­o alle aziende più piccole, e un pensiero al gruppo di Cassa centrale banca, che «condizione­rà inevitabil­mente» il rapporto fra Rurali e imprese. «L’auspicio è che le Bcc continuino a supportare le Pmi, scongiuran­do le criticità derivanti dall’allontanam­ento del centro decisional­e sui mutui» chiude Segatta.

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(Rensi) Al Melotti A sinistra il presidente dell’associazio­ne Artigiani Marco Segatta, con accanto il presidente nazionale di Confartigi­anato, Giorgio Merletti

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