«I simboli della religione non diventino identitari»
«Non deve essere una simbologia identitaria. Il rischio che corriamo è quello di trasformare dei simboli religiosi di apertura e di universalità in simboli identitari di una parte o di una cultura. Questa è una tentazione che va assolutamente abbattuta». Così monsignore Piero Coda, consultore del Consiglio pontificio per la promozione dell’unità dei cristiani, commenta l’invito del presidente Maurizio Fugatti ad allestire il presepe in tutti gli uffici pubblici e le scuole trentine. Intervenuto ieri sulla vicenda a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Istituto di scienze religiose «Romano Guardini», monsignore Coda ha poi precisato. «Da un lato mantenere dei simboli della tradizione cristiana e quindi della tradizione culturale delle nostre terre è un aspetto positivo, ma non deve essere imposto e va lasciato spazio a tutte le espressioni. Non devono essere messi in una logica confessionale, ma in una logica di manifestazione della propria tradizione».
Monsignore Piero Coda, preside dell’Istituto universitario «Sophia» di Loppiano, espressione del movimento di Focolarini fondato dalla trentina Chiara Lubich, è stato ospitato dall’arcidiocesi di Trento per sostenere la prolusione al seminario maggiore arcivescovile. Al termine dell’intervento sono stati consegnati i diplomi agli studenti. Nella lista degli invitati compariva il presidente della Provincia. Ma il neo assessore alla cultura Mirko Bisesti, delegato in mattinata da Fugatti a partecipare, non ha presieduto alla cerimonia di inaugurazione. L’evento, introdotto dal vescovo Lauro Tisi e da don Andrea Decarli, ha dato inizio all’anno accademico di tutti i corsi di studio che compongono l’ampia offerta culturale attiva nella diocesi di Trento a cui prendono parte circa 240 studenti e 60 docenti. Nella sua prolusione «Verità e dialogo - per una ontologia» monsignor Coda ha ribadito più volte l’importanza della «cultura dell’incontro tra culture».