Pillon a Trento, la sinistra si mobilita «Il suo disegno di legge è pericoloso»
Dal Pd ai Verdi oggi in piazza. Le associazioni: «Non ci zittiranno»
TRENTO Tutti uniti contro il senatore Simone Pillon: dal Pd a Futura 2018, dai Verdi a L’Altra Trento a sinistra fino ad Arco Bene comune. La sinistra serra le fila per protestare contro il senatore leghista che sarà questo pomeriggio a Trento per partecipare al Festival della Famiglia. E aderisce alla manifestazione prevista alle 17 in piazza Dante, di fronte al palazzo della Provincia (proprio in concomitanza con l’intervento di Pillon al Festival della Famiglia).
«Ci vorranno tante voci» ha spiegato ieri Paolo Ghezzi di Futura. «Il suo disegno di legge è pericoloso, mette al centro le esigenze degli adulti al posto di quelle dei minori» ha aggiunto anche l’ex assessora alle pari opportunità Sara Ferrari (Pd). Mentre Lucia Coppola (Futura 2018), ha parlato di «bambini usati come se fossero proprietà privata». Netta la condanna anche di Antonia Romano (L’Altra Trento a sinistra), secondo la quale il disegno di legge del senatore leghista «avrà ricadute anche sul contrasto della violenza di genere, obbligando le donne alla mediazione familiare anche se in presenza di violenze domestiche».
Ha collegato i provvedimenti nazionali a quelli locali, ancora Ghezzi. Che sulla sua pagina Facebook ha attaccato il governatore trentino Maurizio Fugatti e in particolare le ultime dichiarazioni legate a crocefisso, presepi e famiglia «naturale» composta da uomo e donna: «Il disegno di legge Pillon è in perfetta sintonia con la svolta clerico-leghista del presidente della Provincia di Trento» ha scritto il leader di Futura.
E in piazza, questo pomeriggio, oltre ai rappresentanti della sinistra trentina ci saranno anche molte associazioni, pronte a far sentire la propria voce nonostante la decisione del questore di imporre il divieto di amplificazione acustica. «Hanno provato ad ammutolirci, ma le nostre voci saranno presenti e sonanti» scrivono in una nota le associazioni che hanno promosso la protesta. «La questura — si legge — ha autorizzato la piazza, imponendoci però di non utilizzare strumenti per l’amplificazione del suono, con l’obiettivo di zittirci. Questo provvedimento non appare solamente come una eccessiva tutela di un festival istituzionale che propone un ideale stereotipato e discriminatorio di famiglia, ma è soprattutto una negazione del diritto di tutte e tutti di esprimere liberamente il proprio pensiero». E ancora: «La questura, scegliendo di comprimere in maniera arbitraria e immotivata il nostro diritto a esprimere il dissenso, si dimostra affiliata e alleata delle politiche di governo che sempre più sono volte a silenziare e negare l’esistenza della pluralità di voci, di visioni, di vite, di identità. Non permetteremo che la pluralità delle nostre famiglie e dei nostri affetti venga messa in discussione».