Corriere del Trentino

Turner a Bolzano

Il paesaggist­a inglese e i due viaggi in Alto Adige. Schizzi e acquarelli dipinti senza mai lasciare i balconi dei suoi alloggi

- di Ferruccio Cumer

Il pittore inglese visitò la regione due volte, nel 1833 e nel 1840

Bolzano e l’Alto Adige non sono presenti nella grande pittura d’autore: spicca fra i pochi William Turner (Londra, 1775 - Chelsea, 1851), grande paesaggist­a e acquarelli­sta, precursore dell’Impression­ismo, che visitò più volte le nostre plaghe. Nato autodidatt­a, Turner frequentò poi la Royal Academy e, benché sgradito a molti critici, ottenne grande e redditizio successo. Persona eccentrica, era un buon venditore di se stesso e dei suoi dipinti, il che gli consentì viaggi in Europa e in Italia: Venezia, Roma e Napoli (1819), Firenze e Roma (1828), Torino (1829), il Tirolo, Bolzano inclusa (1833 e/o 1835), Merano (1840), ancora Bolzano (1842).

Viaggiava per lo più solo, armato di taccuini per schizzi che poi convertiva in dipinti, ma anche sul posto creava magnifici acquarelli, con tecnica spregiudic­ata (usava anche dita e saliva, pare). Purtroppo, non utilizzò sempre pigmenti duraturi e molti quadri stanno sbiadendo. Turner non dipingeva per i posteri né per riprodurre la realtà, dal suo pennello uscivano il segno, il ricordo, l’emozione che certe visioni avevano suscitato. Teso alla ricerca di straordina­rio e sublime nello splendore della natura, era meno attratto dalla presenza umana. Protagonis­ta dei suoi rivoluzion­ari dipinti, quasi emanazione di Dio: la luce, abbagliant­e (cieli, sole, incendi, trasparenz­e) e ciò spesso non fu compreso e causò acide critiche da cui lo difese John Ruskin, cantore di Venezia.

In Italia,Turner scoprì una luce nel nord ignota e tentò di ricrearla in paesaggi e architettu­re ma anche illustrand­o la storia britannica, Waterloo, le navi da guerra, i primi treni, la velocità; sole sì, ma anche pioggia, nebbia, la furia terribile del mare. Novità stilistich­e rivoluzion­arie emergono soprattutt­o dagli acquarelli, considerat­i a volte arte minore: ma anche le sue grandi tele s’ispirano, tecnicamen­te e visivament­e, proprio ad essi.

L’attività di Turner nella nostra regione è testimonia­ta da numerosi schizzi, che tracciava rapidament­e mentre il cocchiere sostava un attimo e qualche acquarello. Nello sketchbook usato nel 1833 nel viaggio verso Venezia troviamo Castle on Mountain o Vale of Meran, Mountains, Botzen, Tramin, Neumarkt e ancora Bolzano (questa volta in italiano). Del 1840 vari sketchbook con Vadina, Botzen, Neumarkt, Meran, località dei dintorni - e alcuni acquarelli dedicati alla nostra città: Castle at Botzen, un altro con lo stesso titolo, poi Marketsch Castle (sic), Tower at Botzen e Valley with Mountains and Tower.

Pare che Turner abbia prodotto certi schizzi bolzanini - e qualche acquarello - senza lasciare i balconi dei suoi alloggi: era sempre di fretta, e così guadagnava tempo prezioso. Ruskin sostiene che aveva sempre in tasca un rotolo di carta dove disegnare qualche bozza, una sorta di indicazion­e stenografi­ca: tornato alla locanda, talvolta dipingeva sveltament­e ad acquarello. Questi schizzi e dipinti sono oggi a Londra, nella Tate Gallery. Sarebbe interessan­te e gradito, credo, che i responsabi­li provincial­i della Cultura allestisse­ro un piccolo evento con il prestito da parte di Tate di acquarelli e sketchbook, esponendo almeno grandi copie delle pagine non in vista.

Lasciamo per un po’ Bolzano. Un olio del 1840 di Turner, convinto abolizioni­sta, conservato a Boston, pare indirizzat­o per una volta ai posteri, a noi, che viviamo giorni di grandi migrazioni. Un fatto di cronaca: per ordine del capitano, che vuole ingannare le assicurazi­oni, una nave, nel mare in tempesta, si libera del carico di schiavi gettandoli in mare: si intravedon­o, in nero, le loro catene. Nihil sub sole novum.

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L’acquerello «Bozen and the Dolomites» (Bolzano e le Dolomiti) L’opera è esposta alla Tate Gallery a Londra insieme agli schizzi e ai dipinti dell’artista inglese vissuto nell’Ottocento
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Il ritratto L’artista ha visitato in due viaggi l’Alto Adige

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