L’impatto dei musei supera i nove milioni
Il Buonconsiglio incassa più di quanto riceve. Pochi ingressi a San Michele
Musei, entrate per 9 milioni di euro. Grandi le differenze tra i quattro enti: il Buonconsiglio in cassa più di quanto riceve, pochi invece gli ingressi al Museo di S. Michele. Complessivamente, con Muse e Mart, ci sono stati oltre 1,2 milioni di visitatori.
TRENTO Quasi 18 milioni di euro di trasferimenti da parte della Provincia e poco più di 9 milioni di entrate proprie, voce in cui si sommano i proventi della bigliettazione, di eventuali bookshop o caffetterie, sponsorizzazioni o fondi europei per progetti di ricerca. È questo il bilancio, alla voce entrate, dei quattro musei provinciali per il 2017. Nel corso dell’anno, Castello del Buonconsiglio, Muse, Mart e Museo degli usi e costumi della gente trentina sono stati visitati complessivamente da oltre 1,2 milioni di persone: di queste, poco meno di 217.000 hanno usufruito dei servizi didattici offerti dalle strutture museali.
All’interno del complesso e variegato sistema museale trentino, sono queste le quattro istituzioni costituite con legge provinciale. Sono pure quelle che hanno conservato il proprio cda, formato da tre componenti ciascuno, anche dopo l’approvazione della riforma della cultura nell’ottobre dell’anno scorso, legge che il neo-assessore alla cultura e all’istruzione Mirko Bisesti è intenzionato a rivedere con il supporto dei direttori (Corriere del Trentino di ieri). Nel 2017 il bilancio del Castello del Buonconsiglio (che si articola su cinque sedi nel territorio della provincia) si è potuto giovare di 1.393.000 euro trasferimenti della Provincia, ma ha ottenuto ancora di più da entrate proprie (1.549.000 euro). I visitatori sono stati 340.011, di cui 11.000 circa per i servizi didattici.
Assai più contenute, invece, le cifre del Museo etnografico di San Michele all’Adige, che ha ricevuto dalla Provincia poco più di 1,2 milioni di euro, ma solo 45.000 da entrate proprie, 26.359 i visitatori nell’arco dell’anno, di cui 9.655 per i servizi didattici.
Di tutt’altra entità, i numeri di Mart e Muse: il museo di arte moderna e contemporanea è stato finanziato dalla Provincia con 7 milioni di euro e ne ha ricavati quasi 1,5 motu proprio, con 205.635 visitatori di cui 50.693 per servizi didattici. Il museo delle scienze, infine, con le sue articolazioni territoriali, si conferma luogo dei record, con 8 milioni di fondi provinciali e 6 di entrate proprie e un «bottino» di 632.892 visitatori con 145.246 utenti dei servizi didattici.
«L’entità dei trasferimenti da parte della Provincia dipende da diversi fattori, in primis le dimensioni del museo, in termini anche strettamente volumetrici — spiega Sergio Bettotti, dirigente del dipartimento cultura, turismo,
Bettotti
Il Mart ha molto più bisogno di fare mostre nuove: tratta l’arte contemporanea
Bilanci
L’equilibrio dei conti è garantito dalla Provincia, ma le risorse proprie sono rilevanti
Il più visitato
Il Muse è il più apprezzato dal grande pubblico: 632.000 le visite nel 2017
promozione e sport della Provincia — a incidere, poi, è la tipologia di attività svolta: il Mart ha molto più bisogno di effettuare mostre nuove, di avanguardia o esplorative proprio per il suo essere museo di arte moderna e contemporanea. Diversamente, al museo delle scienze o degli usi e costumi, la specificità di ciò che si presenta al pubblico è consolidata e rinnovare in termini espositivi è meno necessario». Infine, l’evoluzione strutturale del museo nel tempo: «I costi per il personale del Buonconsiglio, ad esempio, sin dalla sua fondazione sono stati sostenuti dalla Provincia e non dal singolo museo — conclude Bettotti — è quanto dovrebbe accadere anche agli altri tre».