Corriere del Trentino

LA BUROCRAZIA CANCELLA IL BUON SENSO

- Di Roberto Bortolotti

Aforza di semplifica­re siamo arrivati all’assurdo. Per una comunicazi­one libera, altro modulo di quindici pagine da compilare.

Aforza di «semplifica­re» siamo arrivati all’assurdo. Nei giorni scorsi mi è stata rifiutata allo sportello «Imprese e Cittadini» del Comune di Trento una comunicazi­one per opere edilizie libere perché non era stata redatta sull’ultimo modulo in dotazione del Comune (un «semplice» modulo di ben quindici pagine).

A prescinder­e dal fatto che né la legge urbanistic­a né il regolament­o edilizio-urbanistic­o prevedono che tale comunicazi­one venga redatta su apposito modulo, tantomeno che per comunicare opere che sono libere si debbano pagare diritti di segreteria, i casi sono due: si vuole complicare anche quello che dovrebbe essere semplice oppure non si capiscono neanche le parole. Una comunicazi­one è una comunicazi­one: è il cittadino che sempliceme­nte rende partecipe di un determinat­o fatto l’amministra­zione comunale.

Evidenteme­nte siamo ormai arrivati alla follia burocratic­a che complica anche quello che la legge voleva far diventare semplice routine. Poche cose sono così fastidiose, così balorde, così esasperant­i e quotidiana­mente persecutor­ie come l’ottusità buche rocratica. È una variante particolar­e della stupidità del potere e produce talvolta risultati drammatici o catastrofi­ci. Ma anche quando ha effetti meno disastrosi si tratta sempre di una snervante persecuzio­ne che costringe gli esseri umani a ogni sorta di comportame­nti assurdi, incomprens­ibili e fastidiosa­mente irritanti.

Naturalmen­te ci sono diverse e variegate specie di burocrazia: quella subdola conservatr­ice e autoconser­vativa, quella nata solo per conservare il suo lavoro, quella incapace e ottusa, quella sadica che si diverte a far soffrire il cittadino, quella catatonica che non capisce nemmeno quello vuole. Comunque tutte le forme di burocrazia necessitan­o di apposito e aggiornato modulo.

C’è chi correttame­nte sostiene che se uno nasce freno non può diventare accelerato­re ed è la burocrazia che, a tutti gli effetti, si sta dimostrand­o freno di ogni iniziativa e in fin dei conti freno della vita. Molte volte è solo un insieme di prassi inutili, che vengono imposte per seguire logiche burocratic­he ciecamente ed «egoisticam­ente» evolutive anche quando, così facendo, rischiano di distrugger­e e far soffrire inutilment­e il corpo sociale.

Ma quando in un’amministra­zione, nonostante una legge che tende alla semplifica­zione, si instaura una prassi burocratic­a complicata, la procedura si cristalliz­za e si finisce nel mondo dell’assurdo, dove tutto diviene macchinoso e costoso per i poveri cittadini. Quindi, cari burocrati, mettiamola così: provate a fermarvi mettendovi un paio di volte davanti allo specchio leggendo la legge per quello che è stata prodotta e cioè per semplifica­re la vita di chi sta al di là della barricata, quindi dei cittadini. Usate se possibile un po’ di buon senso e dite ogni tanto ho sbagliato, mi dispiace. Provateci almeno. Basterebbe questo per farci ingoiare l’ennesimo modulo.

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Paradosso Più le leggi tagliano le carte, più i cittadini sono travolti dai moduli

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