LA BUROCRAZIA CANCELLA IL BUON SENSO
Aforza di semplificare siamo arrivati all’assurdo. Per una comunicazione libera, altro modulo di quindici pagine da compilare.
Aforza di «semplificare» siamo arrivati all’assurdo. Nei giorni scorsi mi è stata rifiutata allo sportello «Imprese e Cittadini» del Comune di Trento una comunicazione per opere edilizie libere perché non era stata redatta sull’ultimo modulo in dotazione del Comune (un «semplice» modulo di ben quindici pagine).
A prescindere dal fatto che né la legge urbanistica né il regolamento edilizio-urbanistico prevedono che tale comunicazione venga redatta su apposito modulo, tantomeno che per comunicare opere che sono libere si debbano pagare diritti di segreteria, i casi sono due: si vuole complicare anche quello che dovrebbe essere semplice oppure non si capiscono neanche le parole. Una comunicazione è una comunicazione: è il cittadino che semplicemente rende partecipe di un determinato fatto l’amministrazione comunale.
Evidentemente siamo ormai arrivati alla follia burocratica che complica anche quello che la legge voleva far diventare semplice routine. Poche cose sono così fastidiose, così balorde, così esasperanti e quotidianamente persecutorie come l’ottusità buche rocratica. È una variante particolare della stupidità del potere e produce talvolta risultati drammatici o catastrofici. Ma anche quando ha effetti meno disastrosi si tratta sempre di una snervante persecuzione che costringe gli esseri umani a ogni sorta di comportamenti assurdi, incomprensibili e fastidiosamente irritanti.
Naturalmente ci sono diverse e variegate specie di burocrazia: quella subdola conservatrice e autoconservativa, quella nata solo per conservare il suo lavoro, quella incapace e ottusa, quella sadica che si diverte a far soffrire il cittadino, quella catatonica che non capisce nemmeno quello vuole. Comunque tutte le forme di burocrazia necessitano di apposito e aggiornato modulo.
C’è chi correttamente sostiene che se uno nasce freno non può diventare acceleratore ed è la burocrazia che, a tutti gli effetti, si sta dimostrando freno di ogni iniziativa e in fin dei conti freno della vita. Molte volte è solo un insieme di prassi inutili, che vengono imposte per seguire logiche burocratiche ciecamente ed «egoisticamente» evolutive anche quando, così facendo, rischiano di distruggere e far soffrire inutilmente il corpo sociale.
Ma quando in un’amministrazione, nonostante una legge che tende alla semplificazione, si instaura una prassi burocratica complicata, la procedura si cristallizza e si finisce nel mondo dell’assurdo, dove tutto diviene macchinoso e costoso per i poveri cittadini. Quindi, cari burocrati, mettiamola così: provate a fermarvi mettendovi un paio di volte davanti allo specchio leggendo la legge per quello che è stata prodotta e cioè per semplificare la vita di chi sta al di là della barricata, quindi dei cittadini. Usate se possibile un po’ di buon senso e dite ogni tanto ho sbagliato, mi dispiace. Provateci almeno. Basterebbe questo per farci ingoiare l’ennesimo modulo.