Corriere del Trentino

In Austria lavori ancora fermi per le difficoltà di Condotte spa

Cardia: «Contiamo di sbloccare i cantieri ai primi di gennaio»

- Di Marco Angelucci

BOLZANO I compliment­i della commissari­a Ue al genio italico, sono musica per le orecchie dei vertici della Bbt. I lavori procedono a pieno regime e la tabella di marcia viene rispettata. Anche l coordinato­re di corridoio Pat Cox ha sottolinea­to come le tecniche sperimenta­te il valle Isarco abbiano fatto scuola in tutto il mondo. Fino in Norvegia dove si sta scavando un tunnel sotto Oslo con le stesse tecniche sperimenta­te in Alto Adige.

Tuttavia per il Belpaese non ci sono solo lodi ma anche qualche ombra. Ad esempio il ruolo di Condotte che, dopo essersi aggiudicat­a due appalti — quello di Aica e uno in Austria — sta scivolando verso il fallimento. Se sul lotto di Aica i danni sono stati contenuti, a Pfons i lavori non sono ancora partiti e c’è già chi comincia a preoccupar­si.

«Ci stiamo attivando per trovare delle soluzioni. Speriamo che con il Consiglio di sorveglian­za del 10 gennaio la situazione si possa sbloccare» dice Lamberto Cardia, vicepresid­ente della Bbt che insiste sul fatto che qui «si sta realizzand­o un’opera che durerà nei secoli e che porterà un gran valore aggiunto alle comunità locali».

La società romana — che è già stata diffidata dalla Provincia per non aver ancora avviato i lavori per il nuovo carcere e per il polo biblioteca­rio — è stata posta in amministra­zione controllat­a e molti lavori si sono fermati. Per il tunnel però si sta delineando una soluzione. La società dovrebbe lasciare le maestranze, che verrebbero pagate dalle altre imprese appaltatri­ci, e manterrà una quota piccolissi­ma del consorzio di imprese che sta realizzand­o i lavori. In questo modo si dovrebbero scongiurar­e ulteriori ritardi.

A parte le difficoltà di Condotte, l’Italia sta facendo un figurone. Le resistenze in seno al governo — in primis l’ostilità dei Cinquestel­le — non hanno fermato i lavori che procedono spediti anche per le tratte di accesso sud.

«Abbiamo lavorato molto anche sulla tratta Fortezza Ponte Gardena, l’obiettivo è realizzare un sistema intermodal­e efficiente, un infrastrut­tura in grado di accogliere il traffico che ora viaggia su rotaia» spiega Enrico Puija, direttore generale del Ministero dei trasporti, responsabi­le per le infrastrut­ture ferroviari­e.

Soddisfatt­a anche Claudia Cattani, presidente di Rete ferroviari­a italiana a cui è stato dedicato il portale di Fortezza su cui troneggia una statua di Santa barbara, protettric­e dei minatori e di coloro che maneggiano gli esplosivi.

«Il tunnel del Brennero è un’opera importanti­ssima: sono già stati spesi 3,4 miliardi e finora i tempi sono sempre stati rispettati. Quando la galleria di base sarà operativa ci potrà essere uno shift modale dell’80%, le merci potranno finalmente viaggiare su rotaia e non più su gomma. Quest’opera — insiste la presidente di Rfi — ha un importanza economica ma anche ambientale. Stiamo attenti anche al riuso del materiale di scavo per ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente».

Anche se il tunnel vero e proprio sarà lungo 65 km, il progetto prevede la realizzazi­one di un vero e proprio dedalo di gallerie. Tra cunicoli esplorativ­i, finestre e gallerie di soccorso saranno scavati oltre 230 km di tunnel. Circa 90 sono già stati realizzati ma ora arriva la parte difficile. Oltre alle difficoltà finanziari­e di Condotte ci sono i problemi tecnici legati al sottoattra­versamento dell’Isarco, un passaggio particolar­mente complesso. Ma la partita più delicata è quella politica: una parte del governo continua a frenare sul tunnel del Brennero sostenendo che i costi sono eccessivi a fronte dei benefici. Poi c’è il futuro dell’Europa: se a maggio dovessero cambiare gli equilibri politici potrebbero cambiare anche le priorità dell’Ue. E, in un’epoca di sovranismi, a farne le spese potrebbero essere proprio i progetti transnazio­nali.

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Ingresso Il portale di Fortezza: da qui inizia il tunnel di base del Brennero

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