In Austria lavori ancora fermi per le difficoltà di Condotte spa
Cardia: «Contiamo di sbloccare i cantieri ai primi di gennaio»
BOLZANO I complimenti della commissaria Ue al genio italico, sono musica per le orecchie dei vertici della Bbt. I lavori procedono a pieno regime e la tabella di marcia viene rispettata. Anche l coordinatore di corridoio Pat Cox ha sottolineato come le tecniche sperimentate il valle Isarco abbiano fatto scuola in tutto il mondo. Fino in Norvegia dove si sta scavando un tunnel sotto Oslo con le stesse tecniche sperimentate in Alto Adige.
Tuttavia per il Belpaese non ci sono solo lodi ma anche qualche ombra. Ad esempio il ruolo di Condotte che, dopo essersi aggiudicata due appalti — quello di Aica e uno in Austria — sta scivolando verso il fallimento. Se sul lotto di Aica i danni sono stati contenuti, a Pfons i lavori non sono ancora partiti e c’è già chi comincia a preoccuparsi.
«Ci stiamo attivando per trovare delle soluzioni. Speriamo che con il Consiglio di sorveglianza del 10 gennaio la situazione si possa sbloccare» dice Lamberto Cardia, vicepresidente della Bbt che insiste sul fatto che qui «si sta realizzando un’opera che durerà nei secoli e che porterà un gran valore aggiunto alle comunità locali».
La società romana — che è già stata diffidata dalla Provincia per non aver ancora avviato i lavori per il nuovo carcere e per il polo bibliotecario — è stata posta in amministrazione controllata e molti lavori si sono fermati. Per il tunnel però si sta delineando una soluzione. La società dovrebbe lasciare le maestranze, che verrebbero pagate dalle altre imprese appaltatrici, e manterrà una quota piccolissima del consorzio di imprese che sta realizzando i lavori. In questo modo si dovrebbero scongiurare ulteriori ritardi.
A parte le difficoltà di Condotte, l’Italia sta facendo un figurone. Le resistenze in seno al governo — in primis l’ostilità dei Cinquestelle — non hanno fermato i lavori che procedono spediti anche per le tratte di accesso sud.
«Abbiamo lavorato molto anche sulla tratta Fortezza Ponte Gardena, l’obiettivo è realizzare un sistema intermodale efficiente, un infrastruttura in grado di accogliere il traffico che ora viaggia su rotaia» spiega Enrico Puija, direttore generale del Ministero dei trasporti, responsabile per le infrastrutture ferroviarie.
Soddisfatta anche Claudia Cattani, presidente di Rete ferroviaria italiana a cui è stato dedicato il portale di Fortezza su cui troneggia una statua di Santa barbara, protettrice dei minatori e di coloro che maneggiano gli esplosivi.
«Il tunnel del Brennero è un’opera importantissima: sono già stati spesi 3,4 miliardi e finora i tempi sono sempre stati rispettati. Quando la galleria di base sarà operativa ci potrà essere uno shift modale dell’80%, le merci potranno finalmente viaggiare su rotaia e non più su gomma. Quest’opera — insiste la presidente di Rfi — ha un importanza economica ma anche ambientale. Stiamo attenti anche al riuso del materiale di scavo per ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente».
Anche se il tunnel vero e proprio sarà lungo 65 km, il progetto prevede la realizzazione di un vero e proprio dedalo di gallerie. Tra cunicoli esplorativi, finestre e gallerie di soccorso saranno scavati oltre 230 km di tunnel. Circa 90 sono già stati realizzati ma ora arriva la parte difficile. Oltre alle difficoltà finanziarie di Condotte ci sono i problemi tecnici legati al sottoattraversamento dell’Isarco, un passaggio particolarmente complesso. Ma la partita più delicata è quella politica: una parte del governo continua a frenare sul tunnel del Brennero sostenendo che i costi sono eccessivi a fronte dei benefici. Poi c’è il futuro dell’Europa: se a maggio dovessero cambiare gli equilibri politici potrebbero cambiare anche le priorità dell’Ue. E, in un’epoca di sovranismi, a farne le spese potrebbero essere proprio i progetti transnazionali.