«Cena nostra», mafia protagonista tra cucina e teatro
Cucina e teatro, a tavola per raccontare alcune grandi storie della mafia siciliana. Nasce così «Cena nostra», progetto di storytelling e cucina a domicilio che da Bolzano porta nelle case private di tutta la regione una coppia di intraprendenti cuochi-attori. L’iniziativa mescola due delle tendenze più in voga al momento. Da una parte, i vari servizi di cuochi a domicilio, che si offrono di portare gli chef in case private per piccoli eventi o anche solo di cene tra amici. Un modo inconsueto per mangiare come al ristorante ma seduti al proprio tavolo. Dall’altra, la moda sempre più popolare di ospitare tra le mura domestiche serate di «teatro in casa». Da Bologna a Roma, centinaia di persone allestiscono i propri soggiorni con qualche sedia in più per accogliere performance artistiche di attori che decidono di sfidare l’iper-vicinanza con il pubblico tra tappeti, divani e foto di famiglia.
Gianluca Iocolano e Diletta La Rosa, entrambi bolzanini con una lunga esperienza nel mondo del teatro, lui appassionato di libri di cucina, lei con una mamma siciliana, hanno deciso di innestare le due attività, creando un format unico in grado di solleticare la curiosità di un pubblico trasversale. Un’idea nata dalla lettura casuale del libro La mafia a tavola dei giornalisti francesi Jacques Kermoal e Martine Bartolomei, che riscostruisce alcune cene realmente avvenute tra boss mafiosi e grandi personaggi storici e ne descrive i menu. Un vero e proprio ricettario della tradizione culinaria mafiosa.
«L’avevo sul comodino da qualche anno e volevo trasformarlo in una macchina teatrale. Mi piaceva molto il collegamento tra le storie e il cibo ricostruito dagli storici, ma era impossibile realizzare una cena in uno spazio teatrale “standard”. – racconta Iocolano, ripercorrendo le tappe che hanno portato alla realizzazione del format – poi, grazie al bando WS Call 2018 promosso da Weigh Station per sostenere progetti creativi e culturali sul territorio altoatesino, abbiamo ricevuto un sostegno economico che ci ha permesso di far partire la fase pilota». L’idea è semplice ed efficace. Per un massimo di sei persone a serata Iocolano e La Rosa si offrono di cucinare una cena di tre portate e di raccontare al contempo di boss, informatori e segreti di stato. Popolare il format, popolari i prezzi, che comprendono oltre alla cucina e al servizio tutti gli ingredienti necessari e, ovviamente, l’intrattenimento teatrale per circa un’ora e dieci di spettacolo. Al padrone di casa rimarrà solo da invitare gli ospiti e lavare i piatti.
Dopo un paio di mesi di test, «Cena nostra» è ora pronto a partire. Tre le storie e i menu tra cui scegliere, ispirati ad altrettante cene realmente avvenute delle quali replicano le portate: la vicenda di Mussolini e della Sicilia fascista degli anni Venti (con zucca in agrodolce e involtini alla siciliana), il collegamento tra Frank Sinastra e la mafia italo-americana (con cuori di carciofi e pasta e ceci) e gli avvenimenti che precedettero l’attentato al generale Dalla Chiesa (con sarde, finocchi e arance e vermicelli alla maniera di Siracusa).
«In particolare, la storia di Benito Mussolini che quasi per caso si trovò in visita in Piana dei Greci e fu accolto da “don Ciccio”, Francesco Cuccia, è una vicenda sconosciuta ai più, ma che permette di capire a fondo alcune dinamiche storiche del nostro recente passato», sottolinea Iocolano.
Per i più curiosi, il progetto verrà presentato in tutte le sue specifiche oggi alle 18 al Vintola di Bolzano con la possibilità di assaggiare alcuni biscotti tipici siciliani. Per tutti gli altri, informazioni e prenotazioni all’email cenanostra@gmail.com.