Corriere del Trentino

Tensione nel M5s, la capolista Magotti contesta Grillo e lascia

M5s, scoppia la protesta no-vax La capolista Magotti se ne va

- Ma. Gio.

TRENTO Il post, pubblicato sulla sua pagina Facebook, è articolato. E tutt’altro che all’acqua di rose. Sara Magotti, capolista (insieme a Mario D’Alterio) dei 5 Stelle alle ultime elezioni provincial­i e terza come numero di preferenze (dopo Alex Marini e lo stesso D’Alterio), ha deciso di lasciare il movimento. Il motivo? L’adesione di Beppe Grillo al patto per la scienza e pro vaccini dell’immunologo Roberto Burioni. Una mossa che sta sollevando una bufera nell’intero mondo pentastell­ato italiano.

«Ma come? Ma noi — scrive Magotti — non eravamo quelli che dovevano presentare documenti su documenti per provare la nostra onestà, la nostra fedina penale pulita, la nostra verginità politica? Grillo non ha fatto neanche una piccola ricerca su Burioni? Non ha visto che ha partecipat­o alla Leopolda? No. Ha deciso di fidarsi di un suggerimen­to e ha sottoscrit­to insieme a Renzi questo patto».

Troppo, per la capolista. Che chiede scusa «a tutti coloro che mi hanno votata e soprattutt­o a chi lo ha fatto per la mia posizione ormai nota sulla legge Lorenzin, fidandosi delle mie rassicuraz­ioni sulla strategia che pensavo stesse seguendo il governo». Magotti non usa parole tenere per la ministra Giulia Grillo, per la senatrice Paola Taverna e per lo stesso ministro Luigi Di Maio, «che pochi mesi prima aveva chiesto il voto a migliaia di genitori con la promessa di superare la legge Lorenzin e con i quali ora non ha nemmeno voluto avere un confronto». «Scusate — prosegue l’ex pentastell­ata — perché mi sono lasciata trasportar­e dall’entusiasmo. Chiedo scusa a tutti quei bambini che volevo finalmente vedere Filippo Degapseri e, accanto, Sara Magotti

rientrare nelle loro classi, a cominciare dai miei figli. Sono la prima ad essere delusa e arrabbiata per la totale mancanza di coerenza e onestà del movimento». Per questo, prosegue Magotti, «vi comunico che ieri ho ritirato la mia iscrizione da Rousseau, perché non ho più nulla da condivider­e con chi rappresent­a

a livello nazionale questo movimento».

Tanti i messaggi di sostegno (anche se non mancano nemmeno i commenti critici). Compreso quello dell’altro capolista, D’Alterio: «Noi possiamo continuare a camminare a testa alta, altri no». Tra i «mi piace» spiccano quelli del consiglier­e comunale Paolo Negroni e del capogruppo provincial­e Filippo Degasperi. Che si dice pronto a chiamare l’ex pentastell­ata. «All’interno del movimento — spiega Degasperi — ci sono persone che da tempo chiedono un confronto sulla questione dei vaccini. Un confronto sul quale le risposte sono state latitanti: chiaro che ognuno reagisce come meglio crede». Ma la defezione è di quelle che pesano: Magotti era la capolista alle provincial­i insieme a D’Alterio, che sostiene la stessa posizione. «Non ho sentore di altri esponenti del movimento trentino pronti alla stessa scelta» assicura il capogruppo. Che però ammette: «Si tratta di una questione che va affrontata. Sara è una persona che si è sempre impegnata e che ha lavorato per il movimento. È necessario capire con lei i motivi di questa decisione: la chiamerò per capire anche se ci sono i margini per un ripensamen­to».

Mario D’Alterio Sono d’accordo con Sara Noi possiamo continuare a camminare a testa alta Altri non lo possono fare

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Ex compagni di partito

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