«Integrativo, Filcams piccona l’accordo»
Denuncia di un licenziamento al Sait, Dalpalù risponde a Caramelle
TRENTO Dopo la denuncia della Filcams Cgil secondo cui il consorzio Sait avrebbe mandato la lettera di licenziamento a un dipendente, proseguendo la scia dei tagli dopo gli 80 di aprile, reagisce il presidente Renato Dalpalù: «L’obiettivo del segretario Roland Caramelle è palese: picconare l’accordo sul nuovo contratto integrativo che a fatica i rappresentanti (seri) dei lavoratori e il management cercano di costruire».
«Il Sait non ha lasciato per strada la lavoratrice di cui la Filcams parla — inizia Dalpalù —. Le è stata notificata la soppressione della funzione aziendale nell’ambito di un più ampio progetto di riorganizzazione, allo scopo di ricercare le migliori soluzioni possibili, con la mediazione del Servizio lavoro della Provincia. Approfittare di questo evento puntuale e in itinere, per rivangare le fasi già compiute di una ristrutturazione aziendale, dolorosa ma indispensabile, sembra pura speculazione».
Dalpalù poi difende il cda e la direzione Sait «che stanno sfangando il consorzio da una fase di mercato difficile e aspramente competitiva, e stanno esibendo risultati di bilancio che soltanto due anmunanza ni fa apparivano puramente illusori, grazie a un metodo manageriale ancorato a concretezza e produttività».
«Perché, caro Caramelle — prosegue Dalpalù — se i nostri indicatori migliorano sensibilmente, forse non sono i vertici, ma qualcos’altro che nel Sait dev’essere riaggiustato. Questa è un’azienda che lotta con una base sociale variabile (le Famiglie cooperative che hanno abbandonano il Sait, lasciando i problemi alle altre); e con il peso di massicci investimenti, soprattutto nella logistica e nei negozi, che garantiscono lavoro in loco ma esigono co- di intenti e produttività».
Infine si arriva all’accusa di voler sabotare le trattative sull’integrativo, il tema più caldo che sta affrontando il Sait in questo periodo. A fine settembre, infatti, a una forza lavoro ancora sotto shock dopo i licenziamenti, è stato disdetto il contratto integrativo, che vale circa 3000 euro lordi all’anno per i 480 addetti. Il fatto ha generato 4 giorni di fila di sciopero, fino alla ripresa delle trattative degli ultimi giorni. «Confidiamo che la saggezza possa prendere il sopravvento riguardo al nuovo contratto integrativo, visto che gli espedienti divisivi, specie quando somigliano all’autolesionismo, non portano lontano» chiude Dalpalù.