Corriere del Trentino

Luca Pisoni antropolog­o di Trento e l’indagine tra i bagagli

IL LIBRO

- Di Francesca Visentin

In fuga dal tuo Paese, costretto a lasciarlo, cosa porti con te? Se l’è chiesto l’antropolog­o Luca Pisoni di Trento, che ha tentato di ricostruir­e le storie (e i mondi) di chi arriva in Italia, incontrand­o e intervista­ndo i profughi che hanno attraversa­to il Mediterran­eo. Uno studio inconsueto e non facile, raccolto nel libro Il bagaglio intimo. Gli oggetti dei migranti in viaggio verso l’Europa (Meltemi Linee editore).

Luca Pisoni ha incontrato i migranti che arrivavano nelle stazioni di Bolzano e del Brennero e quelli accolti nel centro di residenza Fersina a Trento, cercando di scoprire tra bagagli e tasche, i microcosmi al seguito.

«Chi si mette in movimento per migrare porta un importante carico di aspirazion­i, ricordi, simboli», fa notare Massimo Vidale nella prefazione al libro.

Cinquanta profughi hanno risposto alle domande del ricercator­e, con qualche naturale difficoltà sia per le barriere linguistic­he che per la diffidenza a spiegare a uno sconosciut­o il contenuto dei bagagli. Ma alla fine, i racconti sono scaturiti e l’analisi ha preso il via.

Quali sono gli oggetti che i migranti portano con sé? Medaglioni, santini plastifica­ti, piccole Bibbie, breviari, amuleti, anelli di amici e parenti, foto dei propri cari. E non solo. Da tasche, zaini, valige sono uscite anche magliette della squadra di calcio e di cricket, palle da cricket, vestiti tradiziona­li della propria terra.

«Quello che mi ha più sorpreso è stato trovare le magliette del calcio per i senegalesi e le palline da cricket dei

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