Imprese, Manzana sceglie la squadra
Nominati cinque vice e due supporti esterni. Il presidente: conoscere per innovare
Il consiglio di presidenza di Manzana recupera molte del- le figure della governance precedente e ne inserisce di nuove. Diventa così una squa- dra lunga quella decisa dal nuovo presidente di Confin- dustria Trento, che ieri ha ottenuto l’approvazione del consiglio generale. Fra i nuovi entrano in gioco Delladio e Cainelli. Istituita la figura dei supporti esterni ai vicepresidenti, con Vescovi e Maglione. «Non si innova se prima non si conosce» dice il futuro presidente.
TRENTO Squadra «lunga» per Fausto Manzana, presidente in pectore di Confindustria Trento. Ieri il consiglio generale dell’associazione ha votato con percentuali bulgare la nuova governance. Accanto al presidente ci saranno cinque vicepresidenti, con due aiutanti esterni. Contando il past presidente, il rappresentante della Piccola industria e il nuovo presidente dei giovani (che verrà nominato più avanti) in tutto in campo scenderanno 11 imprenditori. Accanto a volti nuovi, sono molte le conferme del precedente consiglio di presidenza. «La continuità è imprescindibile — ragiona Manzana — non si innova una cosa che non si conosce». L’assemblea confermativa è fissata in mattinata, martedì 12 febbraio.
Quando il consiglio generale di Confindustria Trento ha nominato Manzana il 22 gennaio, la sorpresa è stata notevole. Ci si aspettava infatti una sfida fra l’autocandidato Manzana, titolare della Gpi (informatica) e Marco Giglioli, presidente della Piccola (Sovecar), figura più «di continuità». Invece i tre saggi — Paolo Mazzalai, Giordano Tamanini e Lorenzo Delladio — si sono presi la responsabilità di proporre solo Manzana, non esattamente una figura conosciuta a Palazzo Stella.
Il presidente in pectore ieri ha presentato la sua squadra. Al nuovo entrato vicepresidente Mirco Cainelli (Capi group) va la delega a innovazione, sviluppo e industria 4.0. Si potrà avvalere del supporto esterno di Alfredo Maglione (Optoi) per i rapporti con i centri di ricerca locali. Maglione e Ilaria Vescovi, anche lei «invitata», non avranno diritto di voto in consiglio di presidenza.
Conferma per il vicepresidente Rocco Cristofolini (Unionporfidi) che lascerà la delega ai rapporti con gli associati e le controllate e invece si occuperà di semplificazione e rapporti con la pubblica amministrazione.
Lorenzo Delladio (La Sportiva) entra come vicepresidente con delega a internazionalizzazione e sviluppo di mercati esteri. Si avvarrà del supporto esterno di Ilaria Vescovi, per i rapporti con Confindustria nazionale e le missioni all’estero. «La nostra idea è che le nostre imprese superino le diffidenze e si presentino all’estero fornendo un pacchetto completo» dice Manzana.
Conferma per Alessandro Lunelli, che rimane vicepresidente con delega a credito e finanza d’impresa. La quinta vicepresidente (nello scorso quadriennio erano quattro) è Stefania Segata. «Sarebbe scaduta a breve come rappresentante dei giovani e mi dispiaceva perdere la sua energia, per questo abbiamo allargato il gruppo dei vice» sottolinea il nuovo presidente.
A loro si aggiunge il past presidente Enrico Zobele, che si occuperà di infrastrutture e mobilità, mentre il «mancato avversario» Giglioli, a fine anno confermato presidente della Piccola industria, si occuperà di relazioni con gli associati e con i territori, oltre che dell’energia (delega che già aveva). La squadra sarà completata con l’elezione del prossimo presidente dei Giovani.
«Il mio obiettivo è avere un team di cui facciano parte persone con voglia di mettersi in gioco. Mi immagino dei consigli in cui io starò all’ascolto dei vicepresidenti, che parteciperanno con tutta la loro squadra di lavoro» afferma Manzana, che non teme di affrontare la questione della forte continuità. «Il nuovo non è buono a prescindere — continua — . Noi dovremo operare in un contesto politico e sociale diverso dal passato, in cui un corpo intermedio come Confindustria deve trovare il suo ruolo, ma occorre la conoscenza. Da qui partiamo per introdurre forme di innovazione». Per Manzana i primi giorni da presidente «in pectore» sono stati intensi. «La struttura è ben corazzata. Al di là della diffidenza iniziale ho incontrato tante persone che hanno voglia di cooperare» aggiunge il patron di Gpi. A ben vedere, della vecchia squadra l’unico che rimane del tutto fuori è Marco Podini, patron di Dedagroup, altra azienda di servizi informatici. «Non ha dimostrato particolare interesse a rimanere in squadra e per il terziario innovativo ci sono anch’io» nota Manzana. Senza contare che Podini non sembrava fra gli imprenditori più felici di averlo come leader.