Corriere del Trentino

La pazzia di Van Gogh, Preziosi viaggia nella storia

Chiuso in una stanza del manicomio di Saint-Paul, l’artista desidera solo uscire e ricomincia­re a dipingere

- di Chiara Marsilli

Uno spettacolo che è anche un viaggio nella storia di uno dei massimi artisti della pittura di ogni tempo, Van Gogh. Un lavoro che ha l’ambizione di restituire sulla scena uno dei grandi misteri della storia dell’arte: la pazzia di Vincent Van Gogh. Arriva al Teatro Sociale di Trento Vincent Van Gogh. L’odore assordante del bianco (da domani a domenica 10, tutti i giorni alle 20.30, domenica alle 16) con l’interpreta­zione di Alessandro Preziosi e di Francesco Biscione, Massimo Nicolini, Roberto Manzi, Alessio Genchi e Vincenzo Zampa per la regia di Alessandro Maggi.

In una stanza del manicomio di Saint-Paul-de-Mausole, un vecchio convento adibito a ospedale psichiatri­co a Saint-Rémy-de-Provence, nel sud della Francia, Vincent Van Gogh non desidera altro che uscire e ricomincia­re a vivere e dipingere nella Casa Gialla di Ales. È il 1889 e le condizioni del visionario pittore sono di estrema gravità: le furibonde liti con il pittore collega Paul Gauguin e l’episodio dell’automutila­zione dell’orecchio sono di pochi mesi prima. Prigionier­o più della sua stessa condizione che delle mura del manicomio, Van Gogh ripone tutte le sue speranze nell’arrivo del fratello minore Theo, forse l’unica persona in grado di capire il suo tormento interiore.

E proprio nel dialogo con il fratello si dipana la narrazione dello spettacolo, aprendo una finestra sulla vita biografica del pittore. Un’occasione per ripercorre­re le vicende umane dell’artista, dalle più famose a quelle forse meno note al grande pubblico. Ma anche un momento di approfondi­mento della psicologia dell’uomo dietro alle tele, della cupa disperazio­ne che lo accompagna­va e che Van Gogh riusciva a placare solo impugnando il pennello per creare i suoi coloratiss­imi capolavori.

Lo spettacolo porta la firma di Stefano Massini, l’autore italiano più rappresent­ato nel mondo, ed è il testo che ha segnato l’avvio della sua carriera di drammaturg­o.

Nel 2005 L’odore assordante del bianco ha vinto all’unanimità il Premio Pier Vittorio Tondelli, massimo riconoscim­ento per la scrittura teatrale in Italia, per «la scrittura limpida, tesa, di rara immediatez­za drammatica, capace di restituire il tormento dei personaggi con feroce immediatez­za espressi- va», come dichiarato dalla giuria.

Un lavoro che, attraverso la particolar­issima visione che il pittore pazzo ha del mondo, vuole accendere una nuova luce sulla condizione dell’uomo, in perenne fuga dal bianco dell’immutabili­tà del tempo. Quel bianco che secondo Kandinsky, uno dei primi grandi teorici del colore, era simbolo di un mondo «così alto, rispetto a noi, che non ne avvertiamo il suono. Sentiamo solo un immenso silenzio che, tradotto in immagine fisica, ci appare come un muro freddo, invalicabi­le, indistrutt­ibile, infinito».

Per questo, continua il padre dalla pittura astratta, «il bianco ci colpisce, come un grande silenzio che ci sembra assoluto. Un silenzio che non è morto ma ricco di potenziali­tà».

Così il bianco della stanza di Van Gogh, nel testo di Massini, diventa il foglio vergine che con la sua vertigine induce il pittore a cercare nuove modalità espressive. Per conoscere Alessandro Preziosi e il suo Van Gogh, appuntamen­to con l’incontro «Foyer della Prosa» venerdì alle 17.30 al Teatro Sociale di Trento.

La firma di Massini Lo spettacolo è firmato da Stefano Massini, l’autore italiano più rappresent­ato. E’ il testo che ha segnato l’avvio della sua carriera di drammaturg­o

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Protagonis­ta L’attore Alessandro Preziosi in scena a Trento nei panni del pittore olandese Vincent Van Gogh

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