I Dem e Futura alla ricerca di una dimensione «civica»
TRENTo Alle elezioni comunali manca poco più di un anno e il dopo Andreatta, a sinistra, è ancora tutto da costruire. E mentre Ugo Rossi annuncia l’anelito blockfrei del Patt, che presenterà un suo candidato sindaco e dialogherà con tutti, Lega compresa (Corriere
del Trentino del 30 gennaio) e Maurizio Fugatti vorrebbe piantare la bandiera del Carroccio anche nel capoluogo e definisce la tornata elettorale «una partita cruciale» (Corriere del Trentino di domenica), all’interno del Pd la riflessione comincerà solo dopo il congresso, mentre Futura ha tenuto lunedì sera la sua prima assemblea cittadina con una sessantina di partecipanti.
L’ex coordinatrice cittadina del Pd Elisabetta Bozzarelli e quello in carica di Futura Paolo Zanella concordano su una questione ormai assodata: il centrosinistra è superato, occorre individuare una nuova dimensione politica di azione sulla città. «Non si tratta di far nascere nuovi soggetti o nuove rappresentanze — sostiene Bozzarelli — ma di riuscire a incrociare una domanda politica presente nella comunità ma che non trova espressione nella dimensione partitica attuale». Bisogna dunque «immaginare nuove modalità di aggregazione». E l’occasione, secondo la consigliera dem, potrebbe presentarsi con le elezioni europee di maggio.
Un appuntamento che invece, a detta del capogruppo di Futura Trento in consiglio comunale Vanni Scalfi, «finirà per assorbire le energie del ceto politico e distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica»: «Temo sarà inoltre un’altra pietra sul passato — aggiunge — che è giusto mettere, ma a patto che con quella poi si cominci a costruire qualcos’altro». Anche secondo Scalfi non si può immaginare, per il dopo Andreatta, di creare un rapporto con il Partito democratico nel solco della logica tracciata da partiti e movimenti attualmente in campo: «Ci vorrebbe un sussulto della cosiddetta società civile, soprattutto dei giovani — auspica il consigliere che con ogni probabilità non si ricandiderà — delle categorie economiche, delle persone di cultura che diano impulso a un progetto al quale poi Futura, il Pd, i Verdi diano forza e gambe».
Un fermento civico, ideale e valoriale, in città c’è e sia Scalfi, sia Bozzarelli, sia Zanella ne vedono una rappresentazione plastica nella manifestazione di sabato scorso che ha portato in via Belenzani un migliaio di persone. La questione, secondo Scalfi, sarà «la capacità di trasformare l’afflato in progetto politico».
Bozzarelli indica nel progetto di Carlo Calenda e del suo manifesto «Siamo europei» «un precursore di una nuova modalità da sviluppare anche nella città di Trento»: «Occorre andare alle radici della nostra dimensione di appartenenza comunitaria e democratica riformista» sostiene.
«Ci sono esperienze di civismo di sinistra importanti, come a Padova ad esempio: è necessario capire quanto sia importante riuscire a portare avanti una coalizione che abbia una proposta, andando oltre la critica di questi ultimi mesi — spiega invece Zanella — credo dovremmo essere tutti pronti a fare un passo indietro per dare vita a un progetto largo che sappia cogliere le istanze dell’associazionismo, della società civile, dei movimenti spontanei che fanno politica con un nuovo civismo». Non per far venire meno il valore dei partiti «ma per portare un valore aggiunto alla politica».