«Dopo la lunga sosta si vedrà la vera Aquila I rinnovi? È ancora presto»
Trainotti si aspetta che la squadra spicchi il volo in marzo
Impossibile strappargli un’indiscrezione sul futuro prossimo. Salvatore Trainotti, general manager dell’Aquila, è completamente immerso «nel qui e ora». Insomma non ci può neppure dire qualcosa a proposito di un possibile rinnovo di Beto Gomes che a giugno sarà in scadenza?
«È chiaro che il portoghese per noi è importante, rappresenta uno degli elementi fondamentali del roster ed è in cima alla lista dei nostri desideri però, al momento, non abbiamo aperto nessuna trattativa né sul fronte dei giocatori né su quello dello staff tecnico».
Quindi, guardando l’altra faccia della medaglia, significa che si aspetta ancora molto dalla stagione in corso?
«Esattamente. Abbiamo incontrato e superato difficoltà di cui tutti siamo stati responsabili però credo che proprio nelle difficoltà ci si possa rinforzare unendosi ancora di più. Sono convinto che l’esito di questa stagione sia ancora tutto da scrivere, proprio per questo sono concentrato al cento per cento sull’attualità, se già fossi proiettato verso il futuro vorrebbe dire che avrei capito gran poco».
Un’attualità che vi vede a due punti dai playoff e alla vigilia di un match molto impegnativo contro Venezia fuori casa.
Beto è in cima ai nostri desideri ma adesso non c’è alcuna trattativa né con i giocatori né con il tecnico
«Guardo poco la classifica, so che per arrivare alla poule scudetto mediamente sono necessari circa 30 punti e noi attualmente ne abbiamo 16. Questo significa che dobbiamo vincere almeno sei, sette partite da qui al termine della regular season. Andremo al Taliercio per provare ad imporci così come facciamo sempre, è chiaro che affronteremo la seconda forza del campionato e non sarà affatto semplice. Credo però che abbiamo delle caratteristiche tali da poterli mettere in difficoltà».
Certo, sarà difficile portare via due punti da Venezia senza continuità.
«Vero, ci manca ancora la capacità di rimanere sul pezzo per quaranta minuti. Ora siamo entrati in una sorta di terza fase e provo a spiegarmi: inizialmente siamo stati impegnati a recuperare quei giocatori che abbiamo ingaggiato ed erano reduci da infortuni più o meno gravi, purtroppo quel periodo è durato più del previsto. Poi siamo passati alla creazione di una struttura di gruppo, di un’identità di squadra. Adesso è arrivato il momento di fare l’ultimo salto, quello che ci potrebbe consentire di alzare definitivamente il livello».
In questo senso i venti giorni di pausa potrebbero rivelarsi quindi fondamentali?
«Premetto che sono contrario a stop così lunghi nel bel mezzo della stagione, però egoisticamente posso dire di sì. I ragazzi avranno modo di lavorare senza dover preparare partite ufficiali e soprattutto stando bene fisicamente, tre settimane rappresentano un lasso temporale non banale se investite bene e non ho dubbi che sarà così».