Corriere del Trentino

«Dopo la lunga sosta si vedrà la vera Aquila I rinnovi? È ancora presto»

Trainotti si aspetta che la squadra spicchi il volo in marzo

- di Stefano Frigo

Impossibil­e strappargl­i un’indiscrezi­one sul futuro prossimo. Salvatore Trainotti, general manager dell’Aquila, è completame­nte immerso «nel qui e ora». Insomma non ci può neppure dire qualcosa a proposito di un possibile rinnovo di Beto Gomes che a giugno sarà in scadenza?

«È chiaro che il portoghese per noi è importante, rappresent­a uno degli elementi fondamenta­li del roster ed è in cima alla lista dei nostri desideri però, al momento, non abbiamo aperto nessuna trattativa né sul fronte dei giocatori né su quello dello staff tecnico».

Quindi, guardando l’altra faccia della medaglia, significa che si aspetta ancora molto dalla stagione in corso?

«Esattament­e. Abbiamo incontrato e superato difficoltà di cui tutti siamo stati responsabi­li però credo che proprio nelle difficoltà ci si possa rinforzare unendosi ancora di più. Sono convinto che l’esito di questa stagione sia ancora tutto da scrivere, proprio per questo sono concentrat­o al cento per cento sull’attualità, se già fossi proiettato verso il futuro vorrebbe dire che avrei capito gran poco».

Un’attualità che vi vede a due punti dai playoff e alla vigilia di un match molto impegnativ­o contro Venezia fuori casa.

 Beto è in cima ai nostri desideri ma adesso non c’è alcuna trattativa né con i giocatori né con il tecnico

«Guardo poco la classifica, so che per arrivare alla poule scudetto mediamente sono necessari circa 30 punti e noi attualment­e ne abbiamo 16. Questo significa che dobbiamo vincere almeno sei, sette partite da qui al termine della regular season. Andremo al Taliercio per provare ad imporci così come facciamo sempre, è chiaro che affrontere­mo la seconda forza del campionato e non sarà affatto semplice. Credo però che abbiamo delle caratteris­tiche tali da poterli mettere in difficoltà».

Certo, sarà difficile portare via due punti da Venezia senza continuità.

«Vero, ci manca ancora la capacità di rimanere sul pezzo per quaranta minuti. Ora siamo entrati in una sorta di terza fase e provo a spiegarmi: inizialmen­te siamo stati impegnati a recuperare quei giocatori che abbiamo ingaggiato ed erano reduci da infortuni più o meno gravi, purtroppo quel periodo è durato più del previsto. Poi siamo passati alla creazione di una struttura di gruppo, di un’identità di squadra. Adesso è arrivato il momento di fare l’ultimo salto, quello che ci potrebbe consentire di alzare definitiva­mente il livello».

In questo senso i venti giorni di pausa potrebbero rivelarsi quindi fondamenta­li?

«Premetto che sono contrario a stop così lunghi nel bel mezzo della stagione, però egoisticam­ente posso dire di sì. I ragazzi avranno modo di lavorare senza dover preparare partite ufficiali e soprattutt­o stando bene fisicament­e, tre settimane rappresent­ano un lasso temporale non banale se investite bene e non ho dubbi che sarà così».

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