Arte e danza fuori dagli schemi Se il corpo boteriano si ribella
Rivoluzione e ironia con Claudia Marsicano e la coreografia di Silvia Gribaudi. «Spettatori stupiti, ma si dimenticano subito della forma»
Immaginate una performer, una danzatrice. Se il pensiero corre a un corpo atletico, slanciato, che risponde a tutti i dettami estetici che impongono «magrezza uguale bellezza», Silvia Gribaudi è la coreografa che scardina ogni pregiudizio.
Arriva in Trentino con un tris di date, oggi alle 21 al Teatro Sartori di Ala, il 12 marzo alle 21 al Palacongressi di Riva del Garda, il 22 marzo alle 20 all’Auditorium Melotti di Rovereto, la pièce R.osa. 10 esercizi per nuovi virtuosismi della coreografa torinese Gribaudi, spettacolo celebrato in tutta Italia come manifestazione concreta di un nuovo modo di pensare il corpo in movimento. La provocazione sta già tutta nel titolo: osare al femminile, un imperativo al quale è difficile sottrarsi se arriva con la forza di questo lavoro. la performance nasce dalla bravura e dalla corporeità di Claudia Marsicano. Una donna in sovrappeso, un corpo femminile obeso che nella società contemporanea verrebbe tacciato di «diversità» e sarebbe considerato incompatibile con la danza. Invece lo spettacolo dimostra che il virtuosismo c’è anche in fisicità fuori dagli schemi, ma che l’essenza dell’individuo umano va ben oltre il suo involucro materiale.
«“R.osa” è la possibilità di contemplare la bellezza del corpo classico e “boteriano” e farsi travolgere dal virtuosismo dell’azione fisica agita sul palco - spiega la coreografa - La drammaturgia è costruita sull’esecuzione di 10 esercizi che osano visioni legate alla pittura, al pop e al comico fino a condurre il pubblico dentro una dimensione di coinvolgimento, benessere e riflessione attorno ai corpi». Rivoluzione e ironia sono le cifre stilistiche che la Gribaudi da sempre porta in scena nelle sue creazioni artistiche, e che in R.osa si manifestano in tutta la loro forza.
«La premessa di questo lavoro sono due domande. – precisa Gribaudi - . Che impatto ha il corpo nella società moderna? Come dare spazio all’espressione libera di un corpo quotidiano?»
Oltre a questo, un dato biografico completamente personale che, come capita nel caso di artisti particolarmente attenti alla psicologia umana, diventa spunto di riflessione. In seguito a un aumento di peso importante, nel 2008 la coreografa inizia a riflettere sul significato che le parti molli del corpo possono avere in un contesto di movimento sul palcoscenico. Non più solo muscoli, tendini e ossa a narrare un’emozione e una storia, ma anche la carne viva, che sfugge al perfetto controllo dinamico del danzatore.
È l’incontro con l’attrice napoletana Claudia Marsicano nel 2015 che porta alla nascita di quello che oggi è uno degli spettacoli più noti del panorama nazionale e che ha anche una forte valenza sociale. «Siamo blindati dentro certi limiti che noi stessi definiamo: quando vediamo Claudia sul palco in uno spettacolo di danza restiamo stupiti – conclude Silvia Gribaudi - . Quello che ho riscontrato nelle reazioni del pubblico è che alla fine dello spettacolo ci si dimentica della forma e ci si abbandona alla bellezza dell’arte». Uno spettacolo che abbatte pregiudizi e superficialità con l’energia della sua interprete, senza mai volersi fare opera manifesto di una specifica visione estetica, in un senso o nell’altro, ma mettendo al centro una sfida, quella di superare continuamente il proprio limite.