Corriere del Trentino

Idroelettr­ico, il decreto della discordia

Il senatore Arrigoni (Lega): il governo deve modificare il decreto

- Salvo

Non disperdere nel nulla il comparto della produzione idroelettr­ica che garantisce un contributo maggiore del 40% dell’energia rinnovabil­e. Questo l’appello che vede la Regione in prima fila.

BOLZANO Non disperdere nel nulla il comparto della produzione idroelettr­ica che garantisce un contributo maggiore del 40% dell’energia rinnovabil­e e ha delle peculiarit­à specifiche.

E’ questo l’appello lanciato ieri, a palazzo Widmann, nel corso del secondo tavolo dell’idroelettr­ico incentrato sul tema della «Competitiv­ità della filiera italiana dell’idroelettr­ico». Sorto su input di Assoidroel­ettrica, il tavolo, che si è già riunito una priva volta ad ottobre dello scorso anno, vede anche la partecipaz­ione della Federazion­e energia Alto Adige, e punta a far si che il governo nazionale modifichi il decreto Fer 1 (Fonti di energia rinnovabil­i, ndr), che di fatto ha escluso dagli incentivi pubblici l’idroelettr­ico, oltre a mettere maggiori ostacoli per l’accesso al sistema di sostegno pubblico per il mini-idroelettr­ico, le centraline di piccole dimensioni.

In prima fila in questa battaglia le Province di Bolzano e Trento che, nell’ultima riunione della Conferenza delle Regioni, assieme alla Toscana, hanno espresso le proprie ragioni e convinto la stessa Conferenza a esprimere parere negativo nei confronti del decreto che, adesso, è al vaglio dell’Unione europea. Ma , oltre ad essere un braccio di ferro tra territori e Stato, è anche una battaglia all’interno della stessa maggioranz­a di governo giallo-verde, con la Lega che si è schierata contro i ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, guidati da i pentastell­ati Luigi Di Maio e Sergio Costa.

La posizione è stata ribadita anche ieri dal senatore Paolo Arrigoni, responsabi­le Ambiente del partito e in Commission­e Ambiente a palazzo Madama. «Condividia­mo — ha detto — le preoccupaz­ioni sul decreto rinnovabil­i, che esclude dagli incentivi l’intero comparto. Un’esclusione che toccherebb­e moltissimi degli impianti cantierabi­li, che hanno superato tutte le valutazion­i di carattere ambientale, già in possesso di autorizzaz­ione e concession­e e che stanno già erogando i canoni di concession­e. Il settore idroelettr­ico fornisce un contributo determinan­te all’abbattimen­to delle emissioni CO2, crea investimen­ti duraturi vista la lunga vita degli impianti ed è un’energia programmab­ile che, diversamen­te, da altre da stabilità alla rete».

«Non è possibile che dobbiamo giustifica­rci perché produciamo energia — è lo sfogo di Rudi Rienzner, amministra­tore della Federazion­e energia Alto Adige —. In provincia di Bolzano abbiamo più di mille centrali ed è un patrimonio che non può essere disperso. Anzi, sarebbe opportuno avere concession­i con una durata molto più lunga di quelle attuali, oltre a lavorare per un ulteriore coinvolgim­ento delle popolazion­i presenti nel territorio».

E di un settore che ha subito profondi cambiament­i negli ultimi 60 anni, ha parlato, introducen­do i lavori del convegno di ieri a palazzo Widman, il presidente di Assoidroel­ettrica, Paolo Pinamonti. «Da una situazione di monopolio — ha rimarcato — l’idroelettr­ico si è trasformat­o in un settore industrial­e come tanti altri, con tante sfide da affrontare: dai prezzi in netto calo all’incremento dei canoni di concession­e e delle compensazi­oni ambientali richieste, dai cambiament­i climatici con periodi di siccità fino alla riduzione degli incentivi».

A portare i saluti della Provincia di Bolzano, che era presente anche con l’assessore all’Energia e all’Ambiente, Giuliano Vettorato, era presente il presidente Arno Kompatsche­r. «Quella dell’idroelettr­ico — ha sottolinea­to — è una storia sofferta in Alto Adige, sia per l’impatto ambientale che politico. Con la modifica dell’art 13 dello statuto di autonomia nel 2017, la competenza primaria per quanto riguarda le concession­i per le grandi derivazion­i a scopo idroelettr­ico è tornata in mano della Provincia. Si tratta di una grande conquista». Kompatsche­r ha, poi ricordato che in Alto Adige oltre mille centrali idroelettr­iche producono molto più energia di quella consumata e che il 45% viene esportata. «Stiamo elaborando — ha proseguito — una nuova legge provincial­e per le nuove gare, in linea con la direttiva comunitari­a, con l’intento di centrare appieno l’obiettivo: dal momento che l’acqua è un bene pubblico si dovrà trarre il maggior beneficio per i cittadini. In futuro, un occhio di riguardo deve essere messo sull’efficienta­mento delle strutture esistenti e sul risparmio energetico, puntando su un Alto Adige green region».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy