Corriere del Trentino

NON PRENDO LEZIONI DAL M5S

- Di Vittorio Sgarbi

 Verrebbe voglia di non rispondere alla consueta litania di richiami a sentenze sommamente ingiuste — ricordate da Alex Marini nell’intervento pubblicato domenica dal Corriere del Trentino — dal momento che ho spiegato diverse volte i fatti.

Verrebbe voglia di non rispondere alla consueta litania di richiami a sentenze sommamente ingiuste — ricordate da Alex Marini nell’intervento pubblicato domenica dal Corriere del Trentino — dal momento che è sufficient­e leggere sul Corriere della Sera di sabato l’intervista di Aldo Cazzullo dove io, per la centesima volta, spiegavo di essere stato condannato per la denuncia di un fascista dichiarato, Italo Tassinari, che si convinse subito dell’errore ritirando la querela. Il processo, però, andò avanti mancando dell’oggetto. Io, infatti, ero sì assente, ma perché in aspettativ­a senza retribuzio­ne con l’incarico esclusivo della Provincia di Rovigo (nel territorio della Soprintend­enza di Venezia) di realizzare l’inventario del patrimonio artistico della città, tra l’altro con la collaboraz­ione di una studiosa che oggi lavora alla sezione arte della Fondazione Museo civico di Rovereto, Paola Pizzamano, mia bravissima allieva, che può raccontare la verità umana di questo insensato processo.

Io non mi sono mai assentato dal lavoro pubblico, sono andato in aspettativ­a per assumere un altro incarico pubblico che ho portato a compimento con la formula del «comando» — dallo Stato alla Provincia — nello stesso ambito profession­ale. Dovrebbe essere comprensib­ile a un consiglier­e provincial­e nello Stato italiano quale è Alex Marini. L’esempio che do è nelle attività che ho fatto, nelle opere e nelle innumerevo­li mostre che ho realizzato; e nell’aver lavorato, come farò a Rovereto, senza stipendio. Assente da che? È il consiglier­e provincial­e del M5S a essere assente da se stesso. Come si spiega una condanna per truffa per uno che non era pagato? Truffa di cosa? Non una lira, chiaro? Mai sentito parlare di sentenze ingiuste?

Il nostro catalogo di «Rovigo-Le chiese», un grande volume, fu pubblicato da Marsilio, sotto il patrocinio e per iniziativa della Provincia di Rovigo. Nessun altro ispettore delle belle arti, pagato, ha fatto una cosa simile. Però, così va il mondo. Allora io sarò costretto a chiedermi: a che titolo e con quale dignità parla il rappresent­ante locale di un partito fondato da un pregiudica­to condannato in via definitiva per omicidio, assassino di tre persone? Il medesimo fondatore, che io ben conosco, ha compiuto la sua benemerita azione politica attraverso l’uso sistematic­o dell’offesa, dell’insulto, della parolaccia e del programmat­ico «vaffa». Un mio epigono o un mio simile.

Ricorderò soltanto, oltre agli insulti e alle aggression­i al presidente della Repubblica Napolitano, l’attacco insensato al grande oncologo Umberto Veronesi, chiamato dal Grillo «Cancronesi»; per non parlare della lunga campagna, poi ritrattata, sui vaccini. Non si vergogna di rappresent­are quelle posizioni politiche oscurantis­te, nel civile Trentino vaccinato e all’avanguardi­a nella medicina, il consiglier­e di Cinque stelle? Che poi io sia o non sia un artista non è materia che tocchi a lui giudicare. La pensava diversamen­te il grande Gianfranco Contini (certamente ignoto al consiglier­e), ritenendo scrittori creativi — quindi artisti — alcuni critici. Opinioni. Vedo che, parlando in libertà, confusamen­te, pensa che un critico d’arte debba occuparsi anche di cambiament­i climatici, tema evidenteme­nte a lui caro. Ricorderò, in ogni caso, che per quello che riguarda la natura e l’integrità del paesaggio, io sono il solo che si è pronunciat­o da anni contro la mafia dell’eolico, che si è spinta fino a lambire il Trentino, ad Affi. Credo invece che un pur piccolo politico locale dovrebbe entrare nei contenuti e verificare, nelle mie funzioni pubbliche, ciò che ho realizzato nel merito, al di là della mia presenza fisica che, per un ruolo presidenzi­ale, di indirizzo e non operativo, poco importa. Ma sarò presente perché amo il Trentino e gli uomini onesti e autentici che lo popolano e il meraviglio­so paesaggio che va difeso da aggression­i e da ignoranza. Io sono stato, oltre che deputato italiano e europeo, sottosegre­tario ai beni culturali, presidente della Commission­e cultura della Camera, sindaco di Sanseverin­o, Salemi e Sutri, assessore alla cultura di Milano, Sanseverin­o, Cosenza, Urbino, Alto commissari­o a Piazza Armerina, assessore alla cultura della Regione Sicilia, Soprintend­ente alle belle arti di Venezia; sono stato direttore del padiglione Italia alla Biennale di Venezia, direttore del settore arte del Festival di Spoleto, Commissari­o (attualment­e) per le arti ad Amelia, presidente (attualment­e) della Fondazione Canova; oltre a scrivere, da sempre, su molti giornali e ad aver pubblicato circa duecento libri e innumerevo­li, nell’ordine delle centinaia, cataloghi. Non ho mai chiesto niente. Mi chiedo perché non hanno chiamato, per analoghe funzioni, il consiglier­e provincial­e dei Cinque stelle, persona educata e per bene, e forse persino incensurat­o? Anche se il paragone è azzardato vorrei chiedere: perché per giudicare l’attività di Caravaggio o di Egon Schiele non si fa riferiment­o alle loro ben più gravi situazioni giudiziari­e: l’uno assassino, l’altro pedofilo? Perché, per giudicare una persona, si valuta il suo merito specifico, quello che ha fatto, la sua opera. Ecco: io suggerirei al consiglier­e di leggere qualche mio libro e di vedere, da Aosta a Catania, quante iniziative e mostre si devono al mio impegno come ideatore o curatore. In ogni parte d’Italia. E a Parigi, a Vienna, in America Latina, in Brasile, in Argentina, a Buenos Aires, a San Paolo, Rio de Janeiro. E ancora: in Australia, a Melbourne, Sidney, Vittoria. In tutti gli istituti di cultura del mondo, dico tutti.

Allora vi invito a verificare e immaginare cosa potrò fare in un museo che non dirigo ma presiedo e in cui non è richiesta la mia presenza come un dipendente (che non sono) e alla cui direzione proporrò — e ho evidenteme­nte già in mente, progetti e idee — senza ricevere stipendi. Aggiungo che sono anche presidente del- la Fondazione Cavallini-Sgarbi, dotata di una grande collezione d’arte che, prima di essere nominato presidente del Mart, si era programmat­o di esporre a Castel Caldes. Per capire cosa vuol dire avere un nome, come temo non avrà mai il consiglier­e provincial­e, il quale divaga parlando di «produzioni cinematogr­afiche» che non pertengono al Mart, ricorderò che, restando alla mia intervista al Corriere, è anche oggi il pezzo più letto del sito. Non sarà, come pensa il consiglier­e provincial­e, la prova di un «accresciut­o senso civico e il desiderio di praticare il dialogo democratic­o in maniera pacata e aperta»; ma mi chiedo: non è forse una prova di attenzione con la quale misurarsi per essere all’altezza delle aspettativ­e? E ancora: l’atteggiame­nto, lo spirito, il linguaggio, del suo leader maximo, grazie al quale il consiglier­e è stato eletto, rappresent­ano forse una testimonia­nza di «dialogo democratic­o in maniera pacata e aperta»? Perché non pensa alle proprie origini anziché giudicarmi senza conoscere il mio lavoro specifico di promotore e animatore d’arte? Porto alcuni esempi: come Soprintend­ente speciale del Polo museale di Venezia rianimai la Ca’ d’oro e aprii palazzo Grimani, fino ad allora visitabile solo su appuntamen­to, con le mostre di Giorgione e di Bosch. Il museo passò da 5 visitatori al giorno a 800. Così ho fatto ora, aprendo a Sutri il museo di palazzo Doebbing: 6mila abitanti, 11mila visitatori, il più visitato museo della Tuscia. A Noto, come commissari­o per la ricostruzi­one, feci eseguire l’intera decorazion­e della cattedrale a venti valorosi artisti contempora­nei. Uno spettacolo di vera arte religiosa. Vedere per credere. Da assessore a Milano portai Palazzo reale da 350 a 700mila visitatori e ora sono oltre un milione. A Salemi inventai il Museo della mafia, inaugurato da Napolitano, e costato (come documentan­o due bellissime pagine di Gianantoni­o Stella sul

Corriere e un’intera pagina di Philippe Ridet su Le monde) solo 63mila euro che recuperamm­o in quattro mesi. Ho citato qualche dato sparso, a cui aggiungere­i i 350mila visitatori della mostra «Caravaggio in Europa» a Palazzo reale a Milano e i 700mila della mostra il «Tesoro d’Italia» nel padiglione Eataly all’Expo di Milano con Oscar Farinetti che ho già invitato per animare al Mart un’iniziativa su Cultura-Agricoltur­a: le mele di Cézanne e le mele del Trentino. Ho in mente anche una mostra su Casaleggio: «Arte comica e politica». O no? Un ramo d’ulivo al grillino perché si faccia sgarbino. Amen.

A che titolo parla Marini? Il suo partito è stato fondato da un pregiudica­to

Sarò presente perché amo il Trentino, le persone oneste che lo abitano e il paesaggio

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy