Coop, fronda nel cda «Franch va revocata»
Quasi la metà del cda si schiera contro Mattarei. E Fugatti le tende la mano
Con una lettera alla presidente di Federcoop Marina Mattarei 11 consiglieri, vale a dire quasi metà del cda, chiedono di azzerare la delibera sull’elezione dei vicepresidenti. A venir messa in discussione è la nomina di Mariangela Franch, ma in ballo ci sono anche anche la rappresentanza in Federcasse e altre tensioni emerse nell’ultimo periodo.
TRENTO Quasi metà dei consiglieri di Federcoop, per l’esattezza 11 sui 23 (compresa la presidente) che siedono nel cda, chiedono a Marina Mattarei di azzerare il prima possibile la delibera sull’elezione dei vicepresidenti e la nomina del comitato esecutivo, per poter «confermare, rieleggere o rinominare» questi organi sulla base di una decisione condivisa dai settori.
Dopo la lettera della vicepresidente Mariangela Franch, lo scontro si inasprisce ulteriormente. E ora quasi metà del cda chiede di ridiscutere la sua nomina, ma non solo. «L’impostazione della governance si sta rivelando fonte di lacerazioni anche profonde», spiegano gli autori della nuova missiva. I problemi elencati sono tanti: dallo scontro tra la presidenza e il sociale, a quello con il settore del credito per la rappresentanza in Federcasse. Ma anche le difficoltà con i settori dell’agricoltura e del consumo. Una lunga serie di tensioni e lacerazioni che sarebbero frutto di una eccessiva verticalizzazione della governance. Un’impostazione che per buona parte del consiglio di amministrazione «risulta non più sopportabile sul piano umano e non tollerabile per i principi di pluralismo e democrazia cui la cooperazione s’ispira».
Gli 11 consiglieri accusano Mattarei non solo di aver alimentato la tensione all’interno del Movimento, ma anche di non aver fatto nulla per ricomporre la frattura prodottasi nell’assemblea dei soci. «Il sistematico rigetto delle varie istanze che da più parti, con toni diversi, hanno invocato una gestione non divisiva — dicono — rischia di riproporre una logica antagonista all’interno degli organi esecutivi, con tutta l’inefficienza a ciò conseguente; né giova, per rinsaldare l’unità d’intenti, il retorico richiamo ad una sorta di investitura al cambiamento, certamente auspicato da tutti in relazione al mutato scenario economico-sociale, ma non con modalità autoreferenziali».
In un clima sempre più infuocato il cda, previsto per domani, sembra destinato a saltare. Lo confermerebbe anche il fatto che i consiglieri non hanno ricevuto ancora alcuna convocazione.
È di ieri anche la notizia della richiesta di un incontro con la presidente da parte del presidente della Provincia Maurizio Fugatti, per affrontare i temi legati al mondo della cooperazione. Invito che i vertici della Federazione, a partire dalla presidente, avrebbero accolto con favore, dato che su queste questioni non c’è stato ancora alcun confronto ufficiale con la giunta.
Nella nota della Provincia si fa riferimento in particolare ai temi legati al settore sociale, che in questo momento rivendica maggiore rappresentanza. Rimane da capire se i vertici della Federazione arriveranno all’incontro con delle soluzioni per quanto possibile condivise o se saranno costretti a rinviarlo per dare priorità alle nuove richieste dei consiglieri. La soluzione non sembra né facile, né scontata.