Aquila under 18, campioni di domani «Futuro azzurro»
Il successo nella NextGen Cup premia il grande lavoro dei bianconeri Giuliani: «Siamo indietro rispetto alla Spagna ma qui c’è potenziale»
«Vincere fa sempre piacere ma gli obiettivi principali di un settore giovanile sono ovviamente altri». Alessio Marchini, allenatore dell’under 18 dell’Aquila che domenica scorsa si è aggiudicata la prima edizione della NextGen Cup, non perde di vista le vere finalità del suo lavoro. «La soddisfazione maggiore la si ha quando magari leggi che un giocatore che hai guidato per tre anni resta sul parquet per 35 minuti in A2, poi alzare un trofeo regala ovviamente emozioni ma bisogna guardare avanti e andare oltre. Tutto il gruppo dei ragazzi ha svolto un lavoro eccezionale, i tre elementi aggregati, Panopio, Nzosa e Picarelli, si sono comportati alla grande sia in campo che fuori e il risultato finale
Marchini
Per noi istruttori la cosa importante è vedere in futuro questi ragazzi stare in campo in A2
ci ha premiato. Il percorso ha preso il via lo scorso dicembre e noi abbiamo pensato ad affrontare un impegno alla volta senza guardare troppo in avanti, arrivati alla fase finale siamo partiti con il piede sbagliato perdendo contro Reggio Emilia. Quel ko ci è però servito moltissimo, siamo stati capaci di metabolizzarlo e non penso sia un caso il fatto che in finale abbiamo avuto la meglio proprio sulla stessa Grissin Bon».
Secondo Marchini il livello complessivo della manifestazione «è stato mediamente buono soprattutto in virtù del fatto che quasi tutte le squadre si sono presentate con degli innesti che hanno contribuito in maniera rilevate a rendere il tutto più interessante dal punto di vista qualitativo».
Alessandro Giuliani, direttore della Dolomiti Energia Basketball Academy, è andato dritto al punto: «Per la stragrande maggioranza dei giocatori che ho visto all’opera sarà fondamentale la crescita fisica che avranno nei prossimi 12-18 mesi, la differenza tra il campionato under 18 e una A2 è quasi tutta da ricercarsi in questo aspetto. Alla NextGen Cup ho visto profili che credo potranno ritagliarsi un ruolo da protagonisti nella massima serie nazionale però, ripeto, a quell’età si è ancora in pieno sviluppo». Sollecitato in merito ad un paragone con i pari età di Spagna, Germania e Francia il direttore ha evidenziato come «in terra iberica sono indubbiamente più avanti di noi sotto tanti punti di vista a partire dal bacino d’utenza e dalla capacità di fare reclutamento. L’under 18 del Real Madrid, tanto per fare un esempio, credo che qui da noi potrebbe vincere l’A2 e conta su qualche elemento che ha buone chances di arrivare in Nba. In Francia ci sono diversi prospetti che soprattutto fisicamente fanno paura, in Germania invece hanno realtà che rappresentano eccellenze assolute come il Bayern Monaco, l’Alba Berlino e il Bamberg poi il livello si abbassa notevolmente».
Gabriele Bernardino, guardia classe 2001, è stato uno dei protagonisti della vittoria bianconera: «Abbiamo vissuto tutti insieme un crescendo di emozioni, ora dobbiamo tornare ad allenarci per affrontare al meglio i prossimi appuntamenti. Personalmente mi sentirei pronto per un’esperienza in prima squadra, magari in A2, perché credo che potrei migliorarmi e crescere ancora. Al momento però non voglio guardare troppo avanti». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il suo compagno estone Kasper Kitsing (guardia 2001): «In Toscana è stata una bella vetrina, siamo partiti male ma abbiamo chiuso alla grande. Anch’io penso che potrei aggregarmi ad una prima squadra ma non voglio bruciare le tappe, qualcosa il mio procuratore mi ha accennato ma, al momento, non posso dire di più».