Il covo affittato dal sacerdote «Sono educati, pagano sempre»
Il sacerdote: «Secondo me non sono colpevoli». Il paese: stavano sulle loro
«Hanno sempre pagato regolarmente per quel che ne so io sono ragazzi tranquillissimi, anzi magari trovarne tanti come loro». Sono parole di don Renato Bortolotti, proprietario della casa a Bosco di Civezzano affittata a quattro anarchici. «Secondo me non sono colpevoli» dice. Il paese: «Erano riservati».
TRENTO «Hanno sempre pagato regolarmente, per quel che ne so io sono ragazzi tranquillissimi, racco mand abilissimi, anzi magari a trovarne tanti come loro». A parlare dei quattro presunti anarc o-in surrezi on a listi don Renato B orto lotti, proprietario dell’ appartamento a Bo scodi Civezzano trasformato, secondo gli investigatori, nel covo della cellula eversiva. Il prete, ultrasessantenne, ritiratosi in pensione nel suo paese nativo da una decina di anni per gravi problemi di salute, non riesce ad immaginare che la sua casa in affitto, a pochi passi da dove abita, possa esse restatala ba sedi un’ organizzazione eversiva di matrice anarchica.
I tre ragazzi (Luca Dolce, Roberto Bottamedi e Giulio Berdusco)
Vita normale
I quattro arrestati vivevano a Bosco da tre anni e lavoravano come camerieri
Il blitz
e la ragazza (Agnese Trentin) abitano da circa tre anni nell’appartamento di don Renato — affittato tramite un’agenzia privata — e hanno sempre lavorato, come camerieri o aiuto cuochi, in un albergo in Val di Fassa durante alcuni periodi dell’anno.
«Sempre nello stesso posto, significa che erano rispettabili — considera don Renato —. Li ho sempre trovati molto educati, gentili e anche socievoli quando mi serviva una mano. Una volta avevo un tavolo massiccio da ridipingere da portare al piano di sopra e siccome ho la schiena a pezzi sono venuti ad aiutarmi. Uno di loro è anche figlio di un professore. Sono stati sempre corretti nei miei confronti. Con gli inquilini precedenti invece avevo avuto un sacco di problemi».
In paese sembra che soltanto il don li conoscesse. I quattro giovani non hanno mai
I residenti sorpresi dalla presenza dei militari. «Mai visto così tanti agenti»
stretto rapporto con i pochi abitanti della frazione, circa centocinquanta. Del resto a Bosco, da alcuni anni, non ci sono neppure bar o supermercati dove poter scambiare qualche parola. «Si facevano i fatti loro, li vedevamo girare con le macchine, ma nessuno li conosce qui», spiega un paesano. Poi ieri, intorno alle sei del mattino, le forze dell’ordine hanno «militarizzato» il piccolo centro abitato. «Non avevo mai visto tutti questi carabinieri a Bosco», dice una signora sorpresa dalla vicenda. Dopo il blitz in appartamento, alcuni uomini delle forze dell’ordine hanno proseguito ad investigare in un boschetto in via dei Campi del sos, nella parte alta del paese. «C’erano militari che cercavano qualcosa tra le frasche qui sopra — racconta il proprietario della casa vicino al boschetto —. Li ho invitati a prendersi un caffè, ma non potevano fermarsi. Non abbiamo capito cosa stesse succedendo. In più c’era un elicottero che sorvolava il paese per tutto il tempo». In tarda mattinata, infine, le forze dell’ordine hanno lasciato il paese.
Inizialmente anche don Renato Bortolotti, ex parroco in Val di Non, Val di Cembra e Vallagarina, non si era reso conto della portata dell’operazione. «Siccome stento un po’ a dormire, mi addormento con la televisione accesa la notte, così quando mi sono svegliato per le sette ho sentito subito la notizia dell’attentato alla stazione di Caldonazzo — racconta il don —. Poi alle otto meno dieci, sono subito andato al garage vicino la casa in affitto perché dovevo incontrare il pittore che mi sta aiutando con alcuni lavori. Una volta arrivato, ho visto la piazzetta piena di carabinieri e mi hanno detto di allontanarmi». Continua poi il don convinto della bontà dei quattro giovani. «Mi ha un po’ scocciato tutto l’insieme di questa vicenda, addirittura uno del paese, vedendo che c’erano tutti i carabinieri, mi ha detto che ospito tutta la feccia che è in giro. Mi piacerebbe sapere se hanno prove provate oppure se è soltanto un sospetto. Non credo che c’entrino con questa storia».