Regione, faccia a faccia tra i due presidenti
Kompatscher e Fugatti a confronto sulla Regione alla teRsta della quale si alterneranno. «Collaboriamo su temi extra-provinciali» dice Fugatti.
TRENTO Un percorso innovativo, «mai provato prima». E tuttavia «l’unico possibile» per provare a ridare dignità a una Regione bistrattata e sostanzialmente svuotata di competenze. La strada che ha in mente Maurizio Fugatti è quella di chiedersi, insieme alla controparte altoatesina, «cosa può fare la Regione per essere utile ai cittadini del Trentino e dell’Alto Adige?». I temi, secondo il governatore, potrebbero spaziare dalla sanità ai trasporti.
Presidente domani si riunirà il consiglio regionale: che quinquennio si preannuncia?
«Esiste una maggioranza trentina che alla Regione vuole restituire vigore e una altoatesina, in particolare l’Svp, che a questa istituzione non intende dare maggiori competenze. Si parte da questo dato di fatto, consci che in passato la partita della diminuzione delle competenze l’Svp l’ha sempre vinta e non è stato fatto un granché per tutelare la Regione».
Quale ruolo assegnarle dunque nel prossimo futuro?
«Nel nostro programma è prevista la sua valorizzazione, ma veniamo da vent’anni in cui i sudtirolesi sono stati abituati a fare l’opposto. Credo sarebbe inutile cimentarsi in un braccio di ferro, penso invece che una maggioranza, pur con sensibilità diverse, sia in grado di porsi il tema di cosa può fare oggi la Regione per essere utile ai cittadini di Trento e Bolzano».
In che senso?
«Non sarebbe giusto parlare di competenze, piuttosto di questioni extraprovinciali sulle quali lavorare per fare in modo che la Regione le possa affrontare: la sanità ed esempio. Se ci sono delle eccellenze in entrambi i territori, perché non aprire un tavolo di confronto affinché determinate questioni sanitarie possano essere affrontate con una visione regionale? Ciò non vuol dire che la sanità diventi una competenza regionale, ma che se ci sono punti comuni su cui poter discutere e che se la Regione può lavorare per migliorare i servizi, potrebbe essere un percorso da intraprendere. Lo stesso si potrebbe dire, ad esempio, sul tema della mobilità e dei trasporti o sulle questioni energetiche».
Al di là della situazione di partenza cui ha accennato, quali possono essere gli ostacoli su questo percorso?
«Il principale è intraprendere un cammino che non è mai stato percorso negli ultimi vent’anni».
Ne ha già discusso con Arno Kompatscher o si tratta di una proposta che deve ancora condividere?
«Il tema è ancora sul tavolo, lo scioglieremo fra domani e dopodomani (oggi e domani per chi legge, ndr)».
Come si porrebbe di fronte a un mondo tedesco che volesse opporre resistenza e tradizionalmente guarda con poco favore alla Regione?
«Chiaramente si tratta di una posizione che non condivido. Dopodiché con questo mondo mi devo confrontare e non posso far finta di niente. Da lì si parte. Non possiamo pretendere di fare un accordo con l’Svp e che quel partito cambi improvvisamente idea sulla Regione, si tratta di appellarsi al buonsenso per trovare un percorso comune».
Chi sarà assessore, Claudio Cia o Giorgio Leonardi?
Sappiamo che noi e la Svp abbiamo idee diverse. Non parliamo più di competenze
«È ancora da decidere».