Corriere del Trentino

Federcoop: Mattarei rischia di saltare

Aria di ribaltone. Schelfi sponsorizz­a Odorizzi, Vigliotti: «Marina è onesta»

- Orfano

Slitta in avanti il cda di Federcoop e intanto la tensione cresce. Se Mattarei non proporrà mediazioni sulle questioni sollevate dalla lettera degli undici consiglier­i, la sua presidenza rischierà di saltare. La presidente sarebbe già in minoranza, visto che oltre agli «undici» altri le sarebbero avversi. Intanto l’ex presidente Schelfi starebbe lavorando per riproporre Odorizzi, in caso si tornasse al voto. Vigliotti difende Marina: «È onesta, gli altri cercano la rottura».

TRENTO C’è aria di ribaltone in Federcoop. La lettera degli 11 consiglier­i su 23 che chiede di azzerare le nomine dei vicepresid­enti e del comitato esecutivo mette in seria difficoltà la presidente Marina Mattarei. Che ieri ha rinviato il cda previsto per oggi. Si starebbe già lavorando per capovolger­e la situazione: sfiducia, decadenza del cda, nuove elezioni. L’ex presidente Diego Schelfi starebbe lavorando per tentare nuovamente di portare alla presidenza Michele Odorizzi, che in fondo a giugno ha perso solo per 10 voti. Molti ritengono però che non sia il caso di tornare a riproporre Odorizzi, servirebbe­ro volti nuovi.

L’altro ieri la lettera degli 11 consiglier­i puntava il dito su alcune parole chiave: immobilism­o, lacerazion­i e logica antagonist­ica. I firmatari: per le coop sociali Serenella Cipriani, Paolo Fellin e Italo Monfredini; per il consumo Paola Dalsasso e Renato Dalpalù; Alberto Carli indipenden­te; Marina Castaldo per le coop di produzione lavoro; Luca Rigotti per le agricole; Arnaldo Dandrea, Antonio Pilati ed Emiliano Trainotti per il credito. Il numero 11 non è casuale: così il pallino è in mano a Mattarei, che con il suo voto ha una maggioranz­a di 12. Ma in tanti fanno notare che, volendo, i firmatari sarebbero potuti essere una quindicina. Dunque la presidente Mattarei sarebbe già virtualmen­te in minoranza.

Ieri sera la presidente ha deciso di far slittare di qualche giorno il cda, per ulteriori approfondi­menti. «La lettera a firma di 11 consiglier­i — scrive Mattarei — che allarga significat­ivamente e inaspettat­amente l’oggetto del confronto, richiede evidenteme­nte ulteriori approfondi­menti, per verificare i possibili spazi di convergenz­a su una soluzione unitaria». La nuova riunione dovrebbe essere comunque convocata entro la prossima settimana.

Ci possono essere più scenari. Mattarei potrebbe cedere alle pressioni degli «undici», quindi azzerare i vicepresid­enti (in primis Mariangela Franch) e il comitato esecutivo. Inoltre dovrebbe rinunciare all’incarico in Federcasse, accettando la richiesta delle Casse rurali, cioè lasciare il posto a Ermanno Villotti (sconfitto a giugno, in cerca di un ruolo dopo la fusione della sua Cr Lavis in Cr Trento). Infine dovrebbe iniziare a parlare dell’operazione sulla sede: vendita dell’attuale a Ccb, acquisizio­ne di una palazzina alle Albere. In ballo due perizie contrappos­te sul prezzo della vecchia sede, operazione fra i 30 e i 40 milioni. Se Mattarei accettasse è normale pensare che la sua posizione risultereb­be indebolita. I suoi quattro fedelissim­i sono i due vicepresid­enti Franch (sociali) e Walter Facchinell­i (consumo), oltre ai due componenti del comitato esecutivo Renzo Tommasi e Sara Ghezzer. Un rimescolam­ento degli incarichi potrebbe cambiare gli equilibri. Se invece tenesse il punto, senza compromess­i, potrebbe decidere di fare lei un passo indietro (la prima presidenza della femminile della storia sarebbe anche più corta di quella di Giorgio Fracalossi, durata 10 mesi), oppure tirare dritto. A quel punto si rischiereb­bero addirittur­a le dimissioni di parte delle coop sociali dalla Federazion­e, come pure, fatto finanziari­amente ben più grave, l’addio delle 20 Rurali, sulla scia delle dimissioni di Cassa centrale dei mesi scorsi.

Uno scenario brutto. In tanti sostengono che la mossa degli «undici» sia più una «mano tesa» che una «sfiducia». Tutto dipende da Mattarei. In fondo un governo «più inclusivo» e l’accettare di rimettersi in discussion­e non sarebbe un segnale di debolezza. Di sicuro si sta cercando un’alterativa, in vista di un’assemblea di giugno, in caso, ancora una volta elettiva.

Le decisioni vanno prese in fretta, anche perché ci sono nuove cariche importanti in scadenza. Per il Sait (Dalpalù in uscita) Tommasi sarebbe in pole; per Cooperfidi a Renzo Cescato verrebbe preferito Roberto Tonezzer. Tra l’altro ieri i sindacati hanno chiesto un incontro urgente in tema di Superstore, poiché i 250 addetti non sanno quale sarà il loro futuro ed è iniziato lo spostament­o di personale da Trento a Rovereto. Per il consumo però c’è una buona notizia: dopo 63 mesi firmato il contratto nazionale della distribuzi­one cooperativ­a: 1.000 euro una tantum e 65 euro in più da febbraio.

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Coop La seduta del cda in cui non è riuscita la mediazione con le coop sociali. L’altro ieri metà dei consiglier­i ha chiesto di azzerare tutto
 ??  ?? Presidente Marina Mattarei
Presidente Marina Mattarei

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