Marzano indaga l’Alzheimer «Combatto una mia paura»
Il nuovo romanzo di Michela Marzano indaga la lenta discesa nell’Alzheimer
Scoprire le ferite taciute, per mettere a fuoco i legami. E vivere con pienezza il presente. I conti con il passato vanno fatti. Solo trovando pace con la propria storia, le origini, si può essere liberi.
Indaga su questi temi Idda (Einaudi, 240 pagine, 17,50 euro), il nuovo romanzo di Michela Marzano, filosofa, scrittrice e docente all’Università di Parigi, da sempre attenta indagatrice delle questioni esistenziali e delle fragilità umane. Già in classifica tra i più venduti, dopo poche settimane dall’uscita, il libro sviscera il senso dell’identità, attraverso la lenta discesa nell’Alzheimer e nella dimenticanza di Annie e il suo rapporto con Alessandra, moglie del figlio Pierre. E ciò che resta di sè, dopo la perdita della memoria, emerge come la parte più autentica, in cui è l’amore a sopravvivere a tutto.
Michela Marzano, che da 20 anni vive a Parigi, venerdì arriva in Trentino-Alto Adige per presentare il romanzo alla libreria Ubik di Trento (ore 18).
Perché il romanzo ruota intorno a una donna con l’Alzheimer?
«Ho affrontato un tema come la demenza e l’Alzheimer per combattere la mia paura: non avendo figli mi domandavo chi mi avrebbe riconosciuto per quella che ero stata e chi si sarebbe occupato di me se avessi perso la memoria – spiega Michela Marzano - . Se lavoro su un argomento è perchè mi spaventa, attraverso la scrittura cerco una via d’uscita. Come nel precedente romanzo L’amore che mi resta, in cui ho indagato com’è possibile sopravvivere alla morte di un figlio». Questo libro è dedicato a Renèe, la mamma del suo compagno Jacques
«Sì, ho vissuto la perdita della memoria di Renèe e ho iniziato a interrogarmi, prima dal punto di vista filosofico, su come sopravvivere alla perdita di sè, poi ho deciso di raccontare una storia. E’ soprattutto il ritratto di due donne allo specchio, Annie e Alessandra, che trovano l’una nell’altra ciò che avevano perso. Grazie a Annie, Alessandra tornerà alle sue origine, in Salento, recuperando radici e ricordi. Anche
il dialetto. Il titolo Idda in dialetto «lei», è una delle tappe di questo ritorno alle origini».
Una storia che da voce al dolore, scopre ferite taciute, sviscera relazioni tra genitori-figli e amori tossici
«Nessuno è mai un buon genitore. Gioca un ruolo forte quello che abbiamo vissuto. Diventiamo madri e padri sulla base di come siamo stati figli, già marchiati. Poi si fanno una serie di aggiustamenti, ma c’è sempre l’immedesimazione con ciò che abbiamo vissuto, cerchiamo di dare ai figli quello che non abbiamo avuto noi, spesso
non è quello che vogliono loro» Dove nasce questa paura della perdita della memoria, della dimenticanza?
«Conoscendo e frequentando la mamma del mio compagno Jacques, ho scoperto questo terrore, che ha molto a che fare con la paura di perdere il controllo. Ma mi sono resa conto che questa donna nel momento in cui ha perso la memoria e quindi la possibilità di occuparsi di ogni cosa, ha scoperto un’altra dimensione e trovato pace. Ciascuno di noi ha il diritto di lasciarsi andare. Di non essere sempre pronto, efficiente, connesso”
Un viaggio attorno al tema dell’identità e dei legami primari. Dove la relazione della protagonista con il suo compagno cambia e prende il volo, proprio dopo il viaggio dentro il buio del proprio passato
“Sì. Insieme al passato di Annie e al mondo dell’infanzia del suo compagno Pierre, Alessandra riscoprirà la sua infanzia, affronterà la tragedia della morte della madre, il rapporto difficile con il padre, le recriminazioni, le colpe. Liberarsi dal peso del passato permette di andare avanti»
La storia è dedicata alla mamma di mio marito. Ho vissuto la sua perdita della memoria, da lì ho iniziato a farmi molte domande
Per il libro ha creato una colonna sonora con una playlist su Spotify. Perché?
«Voglio dare ai lettori l’opportunità di immergersi nell’universo di Annie, nella Parigi degli anni Cinquanta. Così ho scelto 10 tracce, da Duke Ellington, a Sidney Bechet, a Louis Armstrong. La musica accompagna da sempre i film, perché non anche un libro?»
Si occupa molto nei suoi saggi dell’uguaglianza di genere, come vede il ruolo della donna oggi?
«Le cose stanno cambiando in peggio. Si sta tornando indietro verso una visione molto rigida dei ruoli di genere. E’ come se si cercasse di rimettere la donna in quello che viene considerato il suo posto. C’è un sessismo forte. E grandi difficoltà per le donne. E’ necessario dimostrare, sempre, in continuazione le proprie capacità, uno sforzo continuo, non è richiesto agli uomini. Stessa cosa in politica: le donne non contano nulla, fanno solo vetrina, questo atteggiamento maschilista è trasversale, c’è in tutti i partiti. I capi politici in Italia sono tutti uomini. Anche per questo il linguaggio della politica è così violento, è fatto di insulti e prove di forza. Vedo l’Italia sempre più aggressiva. Il problema della Francia è invece che Macron è sprezzante verso il popolo».