Caso Lavarone: saranno trasferite le 24 profughe
Saranno trasferite le 24 nigeriane. Si muove il sindaco Corradi
TRENTO Le 24 migranti nigeriane richiedenti asilo arrivate a Lavarone a novembre del 2016 lasceranno a breve l’altopiano. «Saranno trasferite a Trento nelle prossime settimane» chiarisce il governatore Maurizio Fugatti. Che risponde così anche a una delle domande del sindaco di Lavarone Isacco Corradi, il quale, dopo aver avuto la comunicazione del trasferimento, si è mosso per cercare di mantenere in paese le ragazze. «Il progetto — prosegue Corradi — è andato bene. Quindi abbiamo chiesto di verificare la possibilità di far rimanere sul territorio alcune ragazze». Almeno quelle che hanno trovato lavoro in zona. Una richiesta che, ancor prima dell’incontro programmato per i prossimi giorni, ha già trovato una risposta. Negativa: «La normativa non lo consente» allarga le braccia Corradi.
Ma la decisione di interrompere l’esperienza di Lavarone — iniziata male con un brutto episodio di intimidazione ma poi progressivamente diventata un esempio positivo di integrazione — ha già sollevato le critiche dell’opposizione. A mobilitarsi, con un’interrogazione e una nota, è il gruppo consiliare di Futura 2018. Che chiede alla giunta del governatore Maurizio Fugatti di «modificare una decisione incomprensibile». «Le 24 donne migranti — osservano gli esponenti di Futura — non possono essere trattate come pacchi postali, come “pezzi” senza anima, senza desideri e senza diritti». Di più: «Siamo indignati — scrivono Lucia Coppola e Paolo Ghezzi — per la mancanza di attenzione che questa giunta dimostra ancora una volta nei confronti dei cittadini migranti, che con impegno e coraggio cercano di costruire esistenze dignitose proprio a partire dal lavoro». Molte delle richiedenti asilo infatti, «come bene evidenziato dal sindaco e dagli operatori economici di Lavarone», hanno imparato l’italiano e si sono impegnate in laboratori con le donne locali, trovando anche delle occupazioni stagionali negli alberghi dell’altopiano. «È evidente il fatto — prosegue il gruppo consiliare — che trasferire queste ragazze a Trento significa sradicarle da un ambiente amico nel quale hanno trovato accoglienza e affetto». Senza contare la difficoltà, per le giovani donne, «di mantenere gli impegni lavorativi oramai consolidati a causa della difficoltà di raggiungere con i mezzi pubblici i posti di lavoro».
Una decisione, quella dell’esecutivo, che Futura definisce «devastante per coloro che ingiustamente la subisce e per tanta parte della collettività trentina ormai disorientata dalla gravità di scelte che risultano davvero incomprensibili e immotivate».
La richiesta, rivolta proprio al presidente della Provincia, è molteplice. E parte dalla sollecitazione a «rivedere una scelta destinata a colpire giovani donne già tanto provate dalle loro tragiche esperienze di vita», chiedendo poi «se possa portare davvero benefici sradicarle da Lavarone» e se il lavoro delle ragazze, «insieme all’impegno del sindaco di Lavarone, della sua giunta e di tanti volontari che hanno investito su un modello eccellente di integrazione» non possa essere considerato un valore. «Di questo passo — è il monito di Ghezzi e Coppola — il Trentino andrà sempre più indietro, da ogni punto di vista». Lapidario Fugatti: «Che interroghino pure». Le 24 donne richiedenti asilo provenienti dalla Nigeria sono arrivate a Lavarone nel novembre del 2016
L’inizio della «convivenza» non è stato dei migliori: prima dell’arrivo delle donne infatti era stato registrato un episodio intimidatorio: era stata incendiata la porta di ingresso della struttura che avrebbe accolto le giovani donne
Ora per le donne si prospetta un nuovo trasferimento