Cryptolab Gli spostamenti tracciati dal Gps
Ore 9.21 dell’8 marzo 2017 Bottamedi, Berdusco e un altro compagno lasciano l’abitazione a bordo di una Citroën Saxo. Due giorni dopo i due anarchici, arrestati la scorsa notte, escono di casa sulla stessa auto. I fotogrammi e i tabulati del traffico telefonico registrati dai carabinieri del Ros di Trento tracciano tutti gli spostamenti del gruppo di dissidenti. Sono pronti ad una nuova azione sovversiva. Almeno così pare. Il gps sulla macchina dei giovani traccia percorsi, spesso, «inusuali» e fermate ad un distributore, uno degli unici non controllato dalle telecamere della videosorveglianza.
Per tutto il mese di febbraio i carabinieri seguono il gruppo di anarchici, prendono appunti, segnano anche gli abiti indossati. Indizi, viaggi, rifornimenti di benzina, ad avviso del giudice Marco La Ganga, tracciano il chiaro piano di azione contro l’ateneo. «Il pomeriggio del 7 aprile 2017 alle 14.46 Roberto Bottamedi, che indossava la stessa giacca bianca e nera utilizzata un mese prima e Giulio Berdusco, sono diretti al parcheggio...». Ma non si allontanano in macchina. La macchina Bottamedi la recupera solo il giorno seguente alle ore 10 nel parcheggio «Monte Baldo». Nella notte è stato messo a segno l’attentato ai danni della facoltà di Scienze di Povo. Una forte esplosione ha distrutto i laboratori e all’esterno è stata lasciata la scritta «Cryptolab ricerca per la guerra». Secondo il giudice tutti gli indizi raccolti dagli investigatori portano a pensare che l’attentato sia stato messo a segno dal gruppo di dissidenti. «Il carattere indiziario (altrimenti stravagante) — scrive ancora il giudice — di tali comportamenti fa comprendere che costoro li attuino allorché intenti in attività delittuose». E ancora: ««Il particolare impegno profuso nel mantenere riservate le attività — si legge — evidenzia l’elevato livello di cautela finalizzato a eludere i controlli».