«Il Comitato faunistico non serve più»
«Credo che la Provincia di Trento abbia fatto la scelta giusta, non aveva più ragione di esistere». Sandro Flaim, presidente dell’Unione nazionale cacciatori zona Alpi (Unzca) ed ex presidente dei cacciatori trentini, commenta così la scelta di dire addio al Comitato faunistico.
Perché ritiene che il Comitato non serva più?
«La gestione dell’attività venatoria negli ultimi anni è molto cambiata. La caccia è programmata sulla base di piani pluriennali concordati con l’ente pubblico. Il Comitato all’origine doveva essere un organo tecnico, ma poi di fatto non è stato così».
Cosa intende dire?
«Il Comitato era diventato un spazio semipolitico e credo che sia sbagliato confondere i piani, utilizzando un organo tecnico per il confronto politico».
Quelle di cui si sta discutendo sono anche scelte politiche, come dimostrano le tante proteste degli ambientalisti.
«Certo e credo che su questi temi sia giusto avere dei tavoli di discussione politica, ma le valutazioni tecniche sono un’altra cosa. Faccio un esempio banale: decidere di fare una strada è una scelta politica, ma la sua costruzione deve essere affidata a dei tecnici. Le scelte di pianificazione faunistica devono essere affidata a dei professionisti ed è quello che si sta facendo».
Non teme che con la soppressione del Comitato venga meno una mediazione tra le diverse posizioni?
«No, non vedo questo rischio. Un confronto, per quanto possa essere complesso, è sempre positivo, ma credo si possano trovare altre sedi, come si è fatto in passato e si continua a fare. Il Comitato così com’era impostato finiva solo per rallentare le procedure. Abolirlo è stata una bella scelta». C’è poi la questione riguardante il ciclodromo: «Dobbiamo dire sì o no — incalza l’assessore — ma farlo a breve». All’attenzione di Uez anche le vicissitudini del centro sportivo Trilacum. Una sentenza ha stabilito che la proprietà del campo è dell’Asuc della frazione del Bondone, con la quale il Comune vorrebbe procedere a una permuta per avere la struttura cedendo in cambio dei terreni sull’Alpe di Trento. Infine la questione «Stella Alpina», la gara non agonistica fra auto d’epoca costruite entro il 1971: gli organizzatori della tre giorni chiedono di poter partire da piazza Duomo. «Non capisco per quale motivo non si possa concederlo», conclude Uez.