Corriere del Trentino

Canestrini, l’avvocato del Vajont e degli ultimi

Avvocato degli ultimi, membro della Resistenza, aveva 97 anni. I colleghi: è nella storia

- Ferro

I colleghi dello studio legale di Rovereto l’hanno voluto salutare come «l’avvocato che vinceva le cause perse». L’avvocato degli ultimi, dei più deboli.

Nato il 3 febbraio 1922, Sandro Canestrini ha vissuto una vita all’insegna dell’impegno. Etico, civile, profession­ale. Dopo aver militato nella Resistenza, si era laureato a Padova in Filosofia del diritto con Norberto Bobbio. Come avvocato ha seguito alcuni dei casi più importanti: dal Vajont a Stava passando per il processo ai «terroristi» sudtiroles­i. Fino agli anni Ottanta, è stato anche consiglier­e, comunale prima, regionale poi, per il Pci e la Nuova Sinistra-Neue Linke.

È venuto a mancare nella notte fra lunedì e ieri nella sua casa di Egna, a poco più di un mese di distanza dal suo novantaset­tesimo compleanno. La sua morte ha colpito profondame­nte le tantissime persone che in questi anni lo hanno conosciuto e stimato.

TRENTO I colleghi dello studio legale di Rovereto, di cui era titolare insieme al figlio, l’hanno voluto salutare come «l’avvocato che vinceva le cause perse», riprendend­o il titolo di un quotidiano che l’aveva intervista­to al compiere dei suoi novant’anni. Sandro Canestrini è mancato nella notte fra lunedì e ieri nella sua casa di Egna, a poco più di un mese di distanza dal suo novantaset­tesimo compleanno. «L’avvocato aquila» come lo ricorda il collega del foro di Trento Luca Pontalti, perché «lui volava alto». L’avvocato degli ultimi. L’avvocato dei più deboli. L’avvocato delle famiglie e degli orfani del Vajont, «genocidio di poveri». L’avvocato coraggioso, al fianco degli obiettori di coscienza al servizio militare. L’intellettu­ale, il politico rigoroso.

All’indomani della scomparsa di Canestrini, ricordare il lungo elenco delle onorificen­ze che hanno segnato la sua vita è impresa ardua. Ma a fare sintesi del valore del legale di Rovereto, da anni residente a Egna con la compagna Martha, sono le parole di Marco Boato, che aveva intessuto con lui «un’amicizia ininterrot­ta»: «Dovunque ci fosse stato da affermare i diritti costituzio­nali, la libertà di opinione o di manifestaz­ione, dovunque ci fosse da difendere i diritti civili e i diritti umani conculcati, lì Sandro Canestrini c’è sempre stato».

Nato il 3 febbraio 1922, Canestrini ha vissuto una vita densa, puntellata da una costante: l’impegno. Etico, civile, profession­ale. Membro della Resistenza durante la seconda guerra mondiale, si è laureato a Padova in Filosofia del diritto con Norberto Bobbio. Iscritto all’Ordine degli avvocati di Rovereto per 66 anni, ha svolto l’attività forense dal 1948 al 2014. Una lunga carriera intersecat­a con l’attivismo politico: fino agli anni Ottanta, Canestrini è stato anche consiglier­e, comunale prima, regionale poi, per il Pci e la Nuova Sinistra-Neue Linke. Sia in aula, sia dagli scranni della Regione ha difeso chi, di volta in volta, chiedeva una voce ferma e autorevole. È il caso dell’impegno in difesa dei diritti delle famiglie nei processi per il disastro del Vajont, in quello di Stava, nel processo contro i «terroristi» sudtiroles­i, nel primo maxiproces­so contro la mafia a Palermo, contro il boia nazista del campo di concentram­ento di Bolzano, Michael Seifert.

Naturale, dunque, che la sua morte abbia colpito profondame­nte le moltissime persone che l’hanno conosciuto, stimato e amato. Cordoglio è stato espresso dal presidente del consiglio regionale Roberto Paccher, dal sindaco di Rovereto Francesco Valduga, dal presidente del consiglio provincial­e di Trento Walter Kaswalder, secondo il quale «la nostra regione perde un personaggi­o di grande levatura morale e di riconosciu­ta autorevole­zza», dal gruppo consiliare provincial­e del Partito democratic­o: per i suoi esponenti Canestrini «ha rappresent­ato la figura di uomo di legge ricco di sensibilit­à e di coraggio, segnando una traccia nella storia di questa terra che non può smarrirsi nel tempo e che anzi va riscoperta quotidiana­mente». «Con Sandro Canestrini scompare un partigiano, un patriota, un coerente antifascis­ta, un indomito e intransige­nte difensore dei più deboli e dei valori veri della giustizia» scrive invece Mario Cossali, presidente dell’Anpi del Trentino. Ma anche Cgil, Cisl e Uil non hanno fatto mancare la propria voce.«Era un grandissim­o oratore, parla-

 Boato Dovunque c’erano da difendere diritti civili e umani lui c’era

va con precisione di linguaggio e giuridica, ma questo avrebbe fatto di lui solo un grande avvocato — ricorda Pontalti — in realtà lui volava alto: si è sempre interessat­o dei problemi importanti, facendo grandi battaglie per grandi principi, dal Vajont a Stava, ecco perché è stato un “avvocato aquila”». Anche Andrea de Bertolini, a nome dell’avvocatura trentina, celebra Canestrini, «un vero penalista, che grazie all’autentico impegno civile, con passione e maestria, ha sempre difeso i diritti e le libertà anche dei più deboli. Rimarrà nella storia dei nostri fori».

Canestrini lascia la compagna Martha, dalla quale ha avuto due figli, Alessandro e Nicola, e i figli Duccio e Grazia, avuti con Nives Fedrigotti, sposata nel 1950 (l’altro loro figlio, Fausto, è scomparso prematuram­ente nel 2015). Il funerale sarà celebrato con una cerimonia laica oggi pomeriggio alle 17 nel palazzo della Fondazione Caritro a Rovereto.

De Bertolini Un vero penalista che con passione ha difeso i deboli

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Riferiment­o Sandro Canestrini

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