PROFONDAMENTE ANTIFASCISTA
Il ricordo Canestrini, grande personaggio
Sandro Canestrini è stato un profondo antifascista.
redentisti sudtirolesi nel famoso processo di Milano sottratto alla competenza del giudice naturale bolzanino.
Indimenticabile fu l’intervento nel processo della tragedia del Vajont, sottratto anch’esso al giudice naturale di Belluno e rimesso all’Aquila come nei processi per le stragi di piazza Fontana a Milano e di piazza della Loggia a Brescia. Canestrini fu protagonista, nel corso delle lotte sindacali tra gli anni 68-70 del processo denominato «30 luglio» in cui coordinò un collegio nazionale di difesa per sostenere chi insorse contro i rigurgiti del neofascismo in Trentino e in Italia, così come, più tardi, corse a Paler- nel processo contro le mafie e, successivamente, a Trieste nel processo contro i responsabili dell’internamento e della soppressione degli ebrei nella Risiera di San Sabba.
Nel 2013, in occasione dei sui 90 anni, l’Associazione roveretana per la Giustizia, unitamente all’Ordine forense di Rovereto, promosse la ristampa anastatica de «Il processo di Milano nelle arringhe della difesa» (Europa Verlag 1966). Nella sua arringa Canestrini, assieme ad altri autorevoli protagonisti del mondo forense dell’epoca (Ettore Gallo, Pietro Nuvolone, Karl Gartner, Hermann Nicolussi-Leck e altri) portò sui banchi della Corte di Assise milanese, con la forza dirompente della sua logica, della sua cultura, della sua sensibilità politica le complesse problematiche, ancora irrisolte, della questione Sudtirolese, sconosciute non solo a quei giudici, ma anche oggi alla maggior parte del popolo italiano, appena dipanate nel recente lavoro di Lilli Gruber («Inganno», Rizzoli 2018).
Anche per queste ragioni la lettura e lo studio delle arringhe tenute in quel processo da Sandro Canestrini e dagli altri protagonisti di quella battaglia è di estrema attualità e si propone come contributo significativo alla formazione della schiera di giovani avvocati che frequentano le sedi di giustizia in cui le tracce del diritto penale processuale e sostanziale, risalenti a più di 50 anni fa, sono difficilmente rinvenibili.
Il ricordo dell’impegno di Canestrini in molteplici iniziative, per la difesa dei diritti e delle libertà di tutti sarebbe ancora lungo, ma quanto è stato detto è sufficiente per affermare come Canestrini abbia scritto una delle pagine più belle dell’avvocatura italiana, quella colta, civilmente impegnata, profondamente antifascista, gelosa nella difesa dei principi fondamentali della Costituzione.
Le bombe
Spiegò ai giudici di Milano la delicata questione bolzanina