Klotz: «Uomo con il cuore votato agli ideali di giustizia e libertà»
Sandro Angelucci: «Un faro, conosceva la realtà come pochi»
BOLZANO È l’uomo Sandro, più che l’avvocato Canestrini, ad aver lasciato un vuoto nel cuore di chi ha avuto il piacere e l’onore di condividere con lui un percorso di vita o di attivismo politico. Parla con il cuore in mano la «Pasionaria» Eva Klotz, ex consigliera regionale dei Süd-Tiroler Freiheit, difesa negli anni ‘80 dal legale roveretano. Commosso e sentito anche il ricordo dell’amico Sandro Angelucci, ex consigliere comunale di Bolzano del Pdup e del Pci, che a lui guardava come «a un faro, una guida». Addolorato anche Roland Lang, presidente dell’Heimatbund, che in una lunga nota di cordoglio rammenta come «quando ci battiamo per la libertà, la tolleranza e l’autodeterminazione agiamo su una linea che lui ha contribuito a tracciare».
Tre voci accomunate da un omaggio che va ben oltre i gloriosi 66 anni di pratica forense. «Era sicuramente un avvocato molto deciso e preparato, con il cuore votato agli ideali di giustizia e libertà, impegnato contro violenze e dittature per difendere i diritti umani e i valori democratici — premette Eva Klotz —. Ma lo ricordo soprattutto come persona, perché di tanti nostri amici degli anni ‘60 è stato anche un caro amico. Lo era di Hans Stieler, di Luis Steinegger e di Hans Clementi (protagonisti della stagione degli attentati, ndr) così come di ex detenuti politici e obiettori di coscienza. Un uomo di cuore, molto colto e sincero, corretto e precisissimo, coraggioso nell’esporsi per i suoi ideali e pronto a lottare per i deboli e le minoranze di ogni genere. Un pioniere e un precursore dei diritti fondamentali dell’uomo — ricorda la “Pasionaria” —, sempre coerente, anche nell’abbandonare il partito comunista quando l’Unione Sovietica occupò la Cecoslovacchia distruggendo le aspirazioni di libertà di un intero popolo. Sono queste decisioni importantissime che hanno fatto di lui un uomo eccellente».
«Sandro è stato sempre un faro e un riferimento importante nella mia crescita personale e nella mia maturazione politica — confessa Sandro Angelucci —. Se ho compreso meglio la questione altoatesina, così come le dinamiche in atto in Palestina, lo devo a lui e alle sue posizioni. Aveva la straordinaria capacità di essere dentro alla realtà in modo profondo, vivo, critico, aveva sempre un’opinione su tutto e una grande onestà intellettuale; per molti era fondamentale sapere cosa ne pensava su ogni cosa. Era un grande affabulatore, passare con lui la serata e sentirlo raccontare era splendido: aveva quella conoscenza dei problemi e allo stesso tempo il distacco e la credibilità che consentivano a chiunque di capire come stavano veramente le cose». L’analisi di Angelucci va anche oltre. «Credo sia stato un po’ sacrificato dal punto di vista politico. Probabilmente le sue posizioni sarebbero state molto più utili se avesse avuto un palco più importante e un uditorio più attento. Sapeva mettere insieme opposizioni, italiani e tedeschi, e questo era interessantissimo e forse un po’ si è perso. Noi italiani all’inizio abbiamo capito poco dell’autonomia, di come doveva e poteva crescere questa società al di là delle concessioni e dei pacchetti. E forse doveva e poteva crescere in maniera molto diversa. Anche Sandro condivideva l’opinione che, in parte, sia stata una chance mancata».
Roland Lang affida invece a una nota le sue parole per «un fedele e caro amico che ci ha lasciato». «Un personaggio illustre, un intellettuale eccezionale, un brillante avvocato, impavido, coraggioso e convinto, che viveva la professione come «una missione militante contro il potere», ma soprattutto un instancabile combattente per la giustizia e il rispetto dei diritti umani».
Lang lo ricorda come un intellettuale eccezionale e molto coraggioso
Viveva la professione come una missione militante contro il potere