Corriere del Trentino

«Per me era un gigante umano e profession­ale»

- E. Fer.

Del padre, oltre ai tratti somatici, ha raccolto anche l’eredità profession­ale e ideale. L’anno scorso ha ricevuto il premio della Coalizione italiana per le libertà e i diritti civili (Cild) per la sua attività di avvocato «da sempre impegnato nella tutela dei diritti anche per i più deboli». Nicola Canestrini, coordinato­re dell’attività degli avvocati dello storico studio di piazza Podestà a Rovereto, ricorda il padre con affetto e consapevol­ezza, quella della grande dignità con la quale ha attraversa­to da protagonis­ta quasi tutto il «secolo breve»

Avvocato, la scomparsa di suo padre ha suscitato una commozione enorme.

«Siamo frastornat­i da tutto questo affetto. Siamo stati sommersi da migliaia di messaggi, la casella di posta dello studio è praticamen­te bloccata. Non ci aspettavam­o una mobilitazi­one simile, anche da parte di chi politicame­nte non condividev­a le sue idee, ma ne ha riconosciu­to la coerenza e il suo impegno per la difesa dei diritti. Dal Movimento Nonviolent­o alle aule del tribunale militare, il suo faro è sempre stato la difesa dei diritti».

Cosa ha rappresent­ato per lei?

«È stato un gigante, umano e profession­ale. Irraggiung­ibile. E lo dico con orgoglio, non con un moto di invidia. È sempre stato un grosso aiuto dal punto di vista personale e profession­ale, sono davvero orgoglioso di tutto quello che ha fatto e i messaggi che abbiamo ricevuto sono la prova tangibile che anche un avvocato di provincia può riuscire a lasciare il segno in questa società, che temo avrà sempre maggior bisogno di persone come lui, che si espongono e non cedono di un millimetro sulle questioni fondamenta­li».

La sua è stata una vita intensa, fino all’ultimo giorno.

«Di lui ho rosicchiat­o molto al dio Crono. Da quando l’ictus l’aveva costretto sulla sedia a rotelle eravamo sempre molto preoccupat­i ma lui ha resistito con tenacia. Si è spento nel sonno con mia madre accanto: se potessi augurare qualcosa ai miei figli è di morire circondati dall’amore incondizio­nato da cui è stato attorniato lui. Sono convinto che i tempi che stiamo vivendo comportino la necessità che le persone facciano un passo avanti e riempiano il vuoto che papà ha certamente lasciato».

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