SE TRENTO DIVENTA VECCHIA
Vecchi e soli saranno e in parte già sono i trentini di Trento. Lo dice l’annuale indagine di «Trento statistica» che ogni dodici mesi scatta la fotografia della situazione demografica nella quale si trovano i cittadini del capoluogo. Istantanea che a grandi linee somiglia abbastanza a quelle delle altre città italiane: non angosciosa, non drammatica, però certo non tale da suscitare particolare allegria.
La popolazione invecchia e di anno in anno aumenta l’età media, non soltanto a causa della continua crescita dell’aspettativa di vita, bensì anche, soprattutto, dell’estremamente basso tasso di natalità. A fatica, infatti, una donna di Trento arriva a mettere al mondo un figlio e un terzo, il che è giusto qualche frazione in più della ancora più bassa media nazionale. E se non ci fossero le donne straniere che hanno addirittura due figli per ciascuna, i numeri della statistica sarebbero ancora più modesti. Siamo dunque arrivati alla generazione dei figli unici, e perciò anche dei nipoti unici, il che inevitabilmente fa prevedere vecchiaie a rischio di solitudine. È un problema che riguarda tutto il Paese, tuttavia in un privilegiato regime di autonomia come il nostro, si penserebbe possibile un maggiore sostegno della maternità, tanto per dire, con una rete davvero capillare di nidi e materne.
Poi succede anche che, in numero crescente, quando sfiorano i trent’anni, i figli se ne vadano, emigrando in Europa, in America, in Asia, in Australia per trovare un lavoro.
Oppure per trovarne uno che permetta loro di mantenersi in autonomia, senza più dover fare affidamento sull’aiuto dei genitori. L’anno scorso se ne sono così andati oltre trecento giovani di Trento e se il loro espatriare non somiglia certo a quello dei trentini che un secolo fa partivano per la Germania, la Francia, la Svizzera e il Sudamerica spinti dalla fame, si sa che l’emigrazione sempre spacca in due il cuore di chi parte e di chi resta.
E un’altra cosa ancora mostra la fotografia scattata da «Trento statistica», e cioè il fenomeno crescente — sono già oltre il quaranta per cento — delle famiglie formate da una persona sola. A parte il bizzarro controsenso di definire famiglia chi vive in solitudine, rientrano in questa probabilmente non felicissima categoria uomini giovani e donne anziane. Anch’esso è un fenomeno diffuso in tutte le grandi città italiane, tuttavia si pensava che Trento fosse più legata alle tradizioni e insieme più aperta a condivisioni. E invece no.