Consumatori: recuperati 7,5 milioni
Il bilancio del Centro: recuperati 7,5 milioni in 12 anni
Il Centro di ricerca e tutela dei consumatori gestisce circa 2 mila casi all’anno e ha recuperato quasi 7 milioni e mezzo di euro dal 2007. I dati evidenziano come il centro sia sempre più un punto di riferimento.
TRENTO Fresco di rinnovo della convenzione con la Provincia, il Centro di ricerca e tutela dei consumatori e degli utenti (Crtcu) ha diffuso ieri il rapporto sulle attività svolte nel 2018 e negli ultimi dodici anni. I dati — circa 2 mila casi all’anno e quasi 7 milioni e mezzo di euro recuperati dal 2007 — rivelano come il centro sia diventato ormai un punto di riferimento per molti consumatori trentini.
Per quanto riguarda l’anno scorso sono state registrate 2.750 richieste di informazione e prese in carico 3.265 controversie, quasi 9 al giorno. In bal l o 1 . 21 6. 587 e uro. Dell a somma contesa è stato recuperato quasi il 70%, per la precisione 813.230 euro. Un dato certamente positivo visto an- che il confronto con il 2017 (+ 17%) quando erano stati recuperati poco meno di 700 mila euro. Il settore della telefonia si conferma sempre tra i più insidiosi. Quasi la maggioranza dei casi (il 45%) ha riguardato, infatti, le controversie con le compagnie telefoniche. Seguono i casi riguardanti il commercio e il consumo (349), da cui inoltre si è recuperata la somma maggiore, circa 250 mila euro. In questo caso i problemi sono legati generalmente alla garanzia dei prodotti o alle vendite a domicilio.
Guardando agli ultimi anni invece, dal 2007 al 2018, sono state trattate 32.521 richieste di informazione e offerte 27.787 consulenze, entrando in contatto con circa 60 mila consumatori e recuperando quasi 7.443.045 euro. Dati sicuramente importanti, ma che non tengono conto dei casi sommersi. «C’è l’esigenza di organismi territoriali a cui vengano assegnati poteri sanzionatori e di controllo — spiega il direttore del Crtcu Carlo Biasior —. Questo non tanto per l’aspetto repressivo, ma quanto piuttosto perdi ffondere una cultura del mercato a tutti colo roche ne hanno bisogno. Attualmente invece l’ autoritàg arante èl’ unicare altà.Inque sto modo però si rischia di lasciare lettera morta i diritti che sono scritti sulla carta. Un’agenzia territoriale invece li renderebbe più effettivi».