Biossido d’azoto, l’«effetto canyon» Mercalli: bisogna intervenire subito
L’Appa presenta i dati 2018: in città l’inquinamento da NO2 supera i limiti di legge Vettorato: spetta ai Comuni intervenire. Lorenzini: la Provincia ci aiuti sui divieti
BOLZANO Per le polveri sottili la situazione migliora ma l’emergenza è il biossido di azoto. Sopratutto nelle città, in quelle strade contornate da case alte che causano un «effetto canyon» con l’aria inquinata rimane ad altezza d’uomo. Proprio per questo l’Agenzia per l’ambiente invita a non abbassare la guardia. Il neo-assessore provinciale Giuliano Vettorato spiega che la Provincia sta puntando sulla mobilità alternativa ed elettrica ma chiarisce che le scelte più drastiche, come i divieti per i diesel, spettano ai Comuni. L’assessora comunale Maria Laura Lorenzini però rimanda la palla alla Provincia. «Ci aiuti a far capire che i divieti per i diesel euro 3 che scatteranno a luglio non sono una misura punitiva» dice. Nel dibattito interviene anche il meteorologo Luca Mercalli che avverte: «Bisogna agire subito, l’inquinamento causa milioni di morti premature».
Ieri i tecnici dell’Appa hanno incontrato i rappresentanti dei Comuni per il tavolo sulla qualità dell’aria. Oltre a Bolzano, rappresentato dall’assessora Lorenzini, c ’erano i sindaci di Laives Christian Bianchi e di Appiano Wilfried Trettl. A fare il punto della situazione è il direttore dell’ufficio Aria e rumore, Luca Verdi. «Per quanto riguarda le polveri sottili la situazione è migliorata a causa del meteo. Il forte vento ha agevolato il rimescolamento delle masse d’aria e tutte le stazioni hanno registrato un miglioramento. I limiti sono rispettati a pelo, tranne che a Bressanone a lato dell’autostrada» spiega Verdi che lancia l’allarme biossido di azoto. «Qui abbiamo una situazione sopra i limiti a Bolzano, Merano e Bressanone. Abbiamo installato dei rilevatori nelle strade più trafficate caratterizzate dal cosiddetto effetto canyon che concentra il biossido di azoto negli strati più bassi dell’atmosfera» aggiunge Verdi definendo «preoccupante» la situazione.
L’assessore Giuliano Vetto- rato assicura che la «rete di misurazione sarà ampliata» per tenere sotto controllo fenomeno e anche che la Provincia farà tutto il possibile per incentivare la mobilità sostenibile. «Puntiamo a rinnovare il parco mezzi di Sasa e a incentivare tutte le forme di mobilità sostenibile» spiega Vettorato che lancia la palla nel campo dei comuni. «Le amministrazioni comunali sono obbligate ad intervenire. I divieti per i diesel non sono l’unica soluzione. E comunque vanno prima discussi con chi li subisce. A Laives abbiamo fluidificato il traffico con un semaforo intelligente che ha ridotto di molto le code».
Secca la replica dell’assessora all’Ambiente bolzanina Maria Laura Lorenzini. «Il Comune sta già facendo tanto. Stiamo lavorando al piano per la mobilità sostenibile e al progetto del tram. Andiamo avanti con la «ciclopolitana», un sistema di bike sharing con bici elettriche e bici cargo e dal 1 luglio scatteranno i divieti a fasce orarie per i diesel fino all’ euro 3. Si tratta di mezzi vecchi e inquinanti, alle aziende abbiamo dato tempo fino al 1 gennaio 2020. Ora — mette in chiaro l’assessora ecologista — mi aspetto che la Provincia ci aiuti a comunicare che i divieti non sono una misura punitiva ma tutelano la salute dei cittadini».
Un assist al Comune arriva dal meteorologo Luca mercalli che invita a non sottovalutare l’allarme. «Anche l’Oms ha ammesso che l’inquinamento causa milioni di morte premature, quindi bisogna agire subito. I mezzi diesel vanno sostituiti con auto elettriche e servono incentivi come parcheggi e stazioni di ricarica e va promosso il telelavoro che riduce gli spostamenti. Anche i divieti, se ben preparati, possono essere efficaci».