«Marangoni, servono fabbriche piccole»
I vertici parlano del futuro. «La ricostruzione torna d’interesse: usiamo il grafene»
TRENTO Martedì prossimo il ministero dello Sviluppo economico affronterà la questione Marangoni, in difficoltà a causa di tensioni finanziarie che potrebbero portare all’introduzione del contratto di solidarietà a Rovereto, ma intanto il presidente Vittorio Marangoni, con il vicepresidente Giuseppe, affidano al portale specializzato Pneusnews alcune riflessioni sul futuro della multinazionale.
Si parte dalla constatazione che negli ultimi 4-5 anni la ricostruzione pneumatici, core business di Marangoni, ha vissuto un periodo difficile. Ora non valgono più concetti come massa critica ed economia di scala. «Fino a ieri una macropotenza come la Cina ragionava ancora con questo programma ». Per quanto concerne lo pneumatico nuovo da autocarro «la Cina ha effettuato investimenti tali da avere, nel 2014, la capacità per poter coprire circa l’80% del mercato del ricambio mondiale. Questo ha portato la Cina a sovvenzionare l’export in questi anni e tale sovracapacità ha causato il continuo abbassamento della qualità e spinto il prezzo ai minimi storici». Le carcasse inoltre sono diventate «sempre meno ricostruibili». Molte nazioni si so- no difese con dazi, la Ue lo ha fatto solo di recente (ottobre 2018). La Cina nel frattempo «da minaccia è diventata opportunità», perché «i processi ambientali sono adesso ben visti». Quindi la ricostruzione tornerà ad essere conveniente, ma «bisogna ragionare in una logica di servizio per permettere un risparmio calcolato in tutto il ciclo vita del prodotto».
Torna l’ interesse per un prodotto che duri il più possibile: «Marangoni sta ricercando nuovi materiali, come ad esempio il grafene, che aumenteranno il chilometraggio di uno pneumatico». Non basta: «A cambiare è anche il concetto stesso di fabbrica: l’enorme impianto di r i costruzione che alza i volumi per abbassare i prezzi non è al passo con i tempi. Ora sono necessarie fabbriche piccole e molto flessibili, magari vicino ai nuovi grandi hub logistici nelle periferie delle grandi città».
A Rovereto si sta sperimentando una sorta di coworking manifatturiero con Dmack, progetto che «ha avuto qualche rallentamento», ma che si conta di chiudere entro l’anno. E l’accordo con l’altro leader mondiale della ricostruzione indipendente, il brasiliano Vipal? Per ora si tratta di patti commerciali, «in Europa puntiamo a valorizzare le sinergie industriali». Rispetto ad altri mercati, Marangoni ha acquisito la maggioranza in Leader Rubber in Sudafrica e guarda all’India. «C’è ottimismo» chiudono i vertici.
Mercati La Cina da minaccia è diventata nuova opportunità