D’Andrea «In un attimo ero per terra»
D’Andrea, docente a Sociologia, è tra i contusi. Ianeselli (Cgil): subito un incontro con il questore
«Non ci siamo nemmeno accorti che era stato dato l’ordine di evacuare. In un attimo mi sono trovato a terra». È la testimonianza di D’Andrea, docente di Sociologia, tra i feriti. «Subito un incontro con il questore» avverte Ianeselli della Cgil.
TRENTO La repressione da parte delle forze dell’ordine della contestazione alla conferenza no-gender di alcuni cittadini all’interno del Palazzo della Provincia ha lasciato perplessità, rabbia, ma anche alcuni segni. Folco Panizza, dottorando presso il Cimec, nella calca ha passato un brutto momento.«<Un carabiniere si è aggrappato al mio collo per spingermi verso la porta frangi fuoco e farci uscire. Non mi sarei mai aspettato che sarebbe successo tutto questo. Ero venuto qui con alcuni colleghi del dipartimento di psicologia per assistere alla conferenza e magari contribuire con le nostre diverse posizioni al dibattito finale dibattere». Virginia ha dei graffi sul braccio. Stava riprendendo la scena mentre le forze dell’ordine facevano pressione sulla folla per spingerla verso l’uscita, «ma mi hanno colpito la mano e ho perso il video», spiega nell’agitazione.
Mentre carabinieri e polizia spingevano i manifestanti verso l’uscita, alcuni ragazzi sono riusciti a sfilarsi dal cordone trascinato fuori dal palazzo. Si sono seduti sulle scale o per terra, aspettano, chi in silenzio chi continuando a recitare alcuni slogan. Alcuni, però, sono stati sollevati a forza e trascinati via. Un altro dei feriti è il docente di sociologia Vincenzo d’Andrea. Tiene sul gomito un fazzoletto macchiato di sangue. Quando le forze dell’ordine hanno cominciato a spingere, era in fila per entrare, in mezzo alle altre persone e per gli strattoni il maglione si è bucato. «Non ci siamo nemmeno accorti che è stato dato l’ordine di evacuare. In un attimo mi sono trovato a terra. Mi sono fatto male al gomito». «Un attacco del tutto ingiustificato», gridano le persone rimaste. «Non è successo niente», replica uno dei poliziotti. «Questo lo chiama niente?», rispondono facendo riferimento allo sfondamento. «La reazione delle forze dell’ordine è stata spropositata. Non ne avevano diritto. Non abbiamo organizzato una manifestazione, eravamo qui per chiedere di assistere a un evento pubblico», gridano i contestatori. Una donna seduta per terra è smarrita. «Come può succedere in Trentino?», dice rivolta al gruppo di carabinieri poco dopo lo scontro.
Critica fortemente la gestione dell’ordine pubblico nella giornata di ieri Franco Ianeselli, la definisce «superficiale e controproducente». «Chi si occupa di ordine pubblico dovrebbe non alimentare ulteriormente le tensioni». E chiede un incontro urgente al questore Garramone. «Questa è davvero una brutta pagina per l’Autonomia — chiosa il segretario di Cgil del Trentino —. Non ci si barrica chiudendo le porte a chi vuole assistere a una conferenza pubblica, solo perché si presume che ci siano cittadini non contenti del contenuto della conferenza. Non si può pensare di trasformare il palazzo della Provincia in sede per i soli militanti di una parte politica».