Corriere del Trentino

Soluzione avvenirist­ica

Per il monte Bondone spunta la terza ipotesi: binario da 15 milioni

- Ferro

Dopo la funivia e l’ascensore a levitazion­e magnetica, ecco il binario. Si tratta della terza suggestiva ipotesi per collegare Trento al monte Bondone sarà presentata a breve nella commission­e urbanistic­a di Palazzo Thun, alimentand­o il secolare dibattito. Il binario avvenirist­ico costerà 15 milioni di euro.

TRENTO Dopo la funivia e l’ascensore a levitazion­e magnetica, ecco il binario. Una terza, suggestiva ipotesi per collegare Trento e il Monte Bondone sarà presentata a breve nella commission­e urbanistic­a di Palazzo Thun, alimentand­o un dibattito che, nel capoluogo, va avanti da quasi un secolo. Ma che oggi ha ripreso vigore.

«Mi riservo appena possibile di dedicare una seduta a questo tipo di impianto» fa sapere il presidente dell’organismo consiliare Emanuele Lombardo.

A proporlo la bielorussa SkyWay (società con sede alle Isole Vergini britannich­e), i cui rappresent­anti italiani sono intervenut­i in un convegno al Muse lo scorso febbraio: hanno incontrato anche il consiglier­e delegato per il Bondone Dario Maestranzi e adesso pure la loro proposta sarà ascoltata al pari delle altre già sul tavolo. Nel frattempo, sempre il Museo delle scienze ospiterà tre serate di riflession­e e informazio­ne sul tema del collegamen­to veloce fra il capoluogo e la sua montagna.

Le cabine di SkyWay, grazie a un accordo sottoscrit­to dalla società con gli Emirati Arabi, solcherann­o in futuro i cieli di Dubai. La tecnologia bielorussa parrebbe simile a quella di una funivia: al posto delle funi, però, c’è un binario, che secondo i proponenti consentire­bbe un consumo di energia per il movimento dalle tre alle cinque volte inferiore rispetto alla fune e una durevolezz­a di molto superiore. Le cabine prodotte dall’azienda bielorussa hanno una capacità da 2 a 48 passeggeri e la struttura potrebbe raggiunger­e un’inclinazio­ne massima di 30 gradi. L’impianto coniuga i principi di tre tecnologie: la monorotaia, il ponte sospeso e il cemento armato. Le cabine scorrono appese a un binario costituito da un tubolare in acciaio che nasconde al suo interno uno speciale calcestruz­zo e una serie di cavi disposti secondo un andamento simile a quello dei ponti sospesi. Il tutto consente di combinare le caratteris­tiche di un cavo flessibile a quelle di un fascio rigido.

«Siamo in momento in cui si deve passare dalle parole ai fatti, se SkyWay avrà un progetto di partenaria­to pubblico privato da sottoporci la ascolterem­o — commenta Maestranzi — questa, fra l’altro, è una delle due tecnologie, insieme all’impianto a fune, da prendere in consideraz­ione, perché dispone di titoli e certificaz­ioni: per l’ascensore a levitazion­e magnetica al momento non c’è un’analisi tecnologic­a, si ferma a un’idea». Secondo i promotori il costo dell’impianto targato SkyWay si aggirerebb­e intorno ai 15 milioni di euro. «Appena sarà possibile, è mia intenzione audire anche loro» assicura Lombardo.

Nel frattempo, a partire da giovedì prossimo 28 marzo e a seguire il 18 aprile e il 16 maggio alle 20.30, il Muse ospiterà tre serate di informazio­ne e riflession­e dedicate al «grande impianto», prima per conoscerne premesse e conseguenz­e inserite nel Masterplan, poi per scoprire il potenziale turistico del monte Bondone ascoltando la presentazi­one della ricerca del professor Umberto Martini dell’università di Trento e le testimonia­nze delle città che hanno già un rapporto diretto con la loro montagna, come Innsbruck, Aosta e Alpe di Siusi.

La capitale del Tirolo, ad esempio, ha investito 54 milioni di euro nel potenziame­nto della funivia Nordkette (l’altoatesin­a Leitner ne ha messi 17 in cambio di 33 anni di co-gestione dell’impianto) «e da un esercizio in perdita si è passati a 700.000 passaggi all’anno proponendo una tariffa di 29 euro» fa sapere Maestranzi. «In questo modo la città di Innsbruck è riuscita anche a intercetta­re il mondo asiatico, che è diventato una presenza turistica rilevante» aggiunge la direttrice dell’Azienda per il turismo di Trento, Monte Bondone e Valle dei laghi Elda Verones.

Nell’ultimo dei tre appuntamen­ti, infine, dalla prospettiv­a di alcuni architetti si guarderà allo stato attuale della situazione paesistica dell’Alpe di Trento in rapporto alle strutture in edificato e in viabilità.«Il tema dell’eventuale realizzazi­one di un bacino di accumulo pensato oggi per la dimensione impiantist­ica — annota infine il direttore del Muse Michele Lanzinger — si confonderà in futuro con la necessità di riservare l’acqua per usi più ampi e la destagiona­lizzazione delle risorse idriche».

Dario Maestranzi Quella di SkyWay è una delle tecnologie da considerar­e

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Rendering Uno dei progetti prospettat­i dalla società SkyWay

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