Corriere del Trentino

Donna rinchiusa, citazione a giudizio per Thurner L’udienza è in programma in ottobre a Verona. La difesa: chiederemo il patteggiam­ento

- L. R.

BOLZANO Il gip di Verona ha disposto il giudizio immediato, con citazione diretta, dell’agricoltor­e altoatesin­o Reinhold Thurner, 53 anni, e del suo aiutante Piotr Nowicki, 32 anni polacco, con le pesanti accuse di sequestro di persona e tortura. I due uomini sono accusati di aver rinchiuso in un cassone per la raccolta delle mele, nel frutteto di Sommacampa­gna di Thurner, una bracciante polacca di 44 anni per due settimane. Thurner si trova attualment­e in carcere ed il giudici ha recentemen­te respinto sia la richiesta di concession­e degli arresti domiciliar­i che quella di patteggiam­ento, a causa della gravità dei fatti contestati. L’avvocato Mirko Zambaldo di Verona, che assieme al collega bolzanino Paolo Fava difende Thurner, spiega: «Avevamo proposto il patteggiam­ento a 2 anni, ma non è stato accettato. Nella prossima udienza, a inizio ottobre, avanzeremo una seconda proposta di patteggiam­ento, a 2 anni e 4 mesi. Nel caso non venisse accolta dal giudice, chiederemo il giudizio abbreviato». Recentemen­te, infatti, il giudice non aveva accolto la domanda di patteggiam­ento a due anni di pena a testa per entrambi gli imputati. La donna aveva dichiarato di essere stata segregata per due settimane dentro un angusto cassone per le mele, a due passi dall’autostrada Milano-Venezia, nelle campagne di Sommacampa­gna. I due uomini erano stati arrestati e si trovano, da allora, ancora in carcere: il giudice ha recentemen­te respinto la richiesta di concedere gli arresti domiciliar­i, ma ora l’avvocato Zambaldo spiega di voler presentare nuovamente l’istanza presso il tribunale del riesame. I due imputati hanno nel frattempo risarcito la vittima con 26mila euro. Per la quantifica­zione della pena, in caso di condanna, sarà determinan­te la contestazi­one del reato di tortura, che la difesa aveva non a caso cercato di contestare sostenendo — attraverso una perizia di parte — che la donna non sarebbe rimasta segregata per 14 giorni, ma solo per una notte. Ma il capo d’imputazion­e è rimasto invariato.

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Angusto Il cassone in cui era rinchiusa la donna, in una foto della difesa

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