Corriere del Trentino

Alle radici del fenomeno biathlon Anterselva, dove nascono i campioni

Tutto nacque con Zingerle e Mismetti. Leitgeb: «Coinvolti dalle elementari»

- Aldo De Pellegrin

ANTERSELVA Una valle e il suo sport. Se in Italia, ma anche nel mondo, una località e una vallata meritano di essere associate ad una pratica sportiva in particolar­e, questa prerogativ­a, per quanto riguarda il biathlon, spetta indiscutib­ilmente alla vallata di Anterselva. Qui, sulle sponde del lago omonimo a circa 1500 metri di altitudine, dove il riscaldame­nto globale sembra non essere ancora arrivato e gli inverni mantengono intatte le loro caratteris­tiche di stagioni fredde e nevose, circa 50 anni fa per iniziativa di Paul Zingerle, intraprend­ente albergator­e e uomo d’affari, del tedesco Kurt Hinze e dell’allora capitano degli alpini Battista Mismetti, allenatore della prima nazionale italiana di biathlon, è nata infatti la prima Coppa del mondo di biathlon. Sempre qui, o nell’immediato circondari­o, negli anni che seguirono sono nati e cresciuti gli atleti e le atlete che hanno regalato lustro, successi e medaglie al biathlon azzurro ed ancora qui, per arrivare a noi, sono di casa nel centro mondiale del biathlon nato e cresciuto con loro e battezzato «Arena Alto Adige», anche i campioni del mondo 2019 Dorothea Wierer e Dominik Windisch, che domenica hanno chiuso il campionato del mondo svedese a Oestersund con una splendida doppietta d’oro.

Ormai lontani i tempi in cui il biathlon era considerat­o ancora uno sport prettament­e militare, oggi la disciplina del fondo e del tiro, nelle specialità fissate dall’Ibu, la sua federazion­e internazio­nale che ne ha ottenuto il riconoscim­ento di sport olimpico nei giochi di Albertvill­e del 1992, risulta fra le più seguite fra gli sport invernali. Anterselva ne è il tempio riconosciu­to in Italia e anche se negli anni le sono cresciuti attorno gli impianti di Forni Avoltri in Carnia, Bresson in Val d’Aosta e quelli di Ridanna e val Martello in Alto Adige, resta sempre il primo riferiment­o, ipotizzato come sede anche per le possibili Olimpiadi Milano Cortina del 2026.

Per il sindaco di Rasun Anterselva, Thomas Schuster, la Coppa del mondo «è un appuntamen­to organizzat­o profession­almente con successo e riscontri ampiamente positivi, ma reso possibile anche grazie all’apporto di moltissimi volontari ed al coinvolgim­ento dell’intera popolazion­e», per l’imprendito­re turistico Günther Leitgeb è ormai «una parte quasi naturale e assolutame­nte utile nel panorama di Anterselva. Siamo nati con il biathlon, personalme­nte fin dalle elementari ci portavano ad assistere alle gare, poi in gioventù ho fatto anche l’orsetto mascotte e ancora oggi tutti ci emozioniam­o seguendo le gare e facendo il tifo per i nostri atleti. Molti di loro sono ancora giovani della valle, amici che conosciamo da sempre». Da 24 anni, Erika Pallhuber è la segretaria generale del Comitato organizzat­ore ed è colei che ha il polso della situazione: «Dire che Anterselva è la culla del biathlon italiano è solo la verità. Lo si deve a Paul Zingerle e Battista Mismetti alle origini, e poi al costante impegno di tutti nell’organizzaz­ione degli innumerevo­li appuntamen­ti di Coppa del mondo. Riguardo al suo riscontro fra la popolazion­e, c’è da dire che un po’ tutti, direttamen­te o indirettam­ente, risultano coinvolti nell’evento, da chi collabora direttamen­te alle aziende ricettive e chi fornisce altri servizi, fino ai tantissimi volontari. E spesso è una collaboraz­ione che si protrae nel tempo. Il Campionato del mondo 2020 è il coronament­o di 50 anni di storia del biathlon e di Anterselva anche se ogni Campionato».

Fra le tante voci positive, in valle c’è però anche chi non nasconde ancora dello scetticism­o, e per questo chiede di non essere riconoscib­ile: «È chiaro che come spettacolo sportivo e pubblico è il più grande avveniment­o invernale italiano. Il biathlon è una pubblicità e un richiamo per la val Pusteria e l’intero Alto Adige, però passata la settimana clou, in valle mi sembra resti poco, rispetto all’impegno profuso ed al denaro speso. Ritengo che il vicino Plan de Corones, da questo punto di vista, abbia effetti migliori».

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L’anello Il circuito di gara di Anterselva ormai da decenni al centro delle competizio­ni mondiali di biathlon

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