Incertezza in Pulicenter e Metro Bonfiglioli: primo sciopero di 8 ore
Nell’azienda terzista di Sandoz e nel magazzino di Bolzano aumentano le ostilità
Fine settimana complicato per il lavoro in Trentino Alto Adige. Il nervosismo sta crescendo velocemente in tre realtà alle prese con difficili trattative sindacali. In primis la Pulicenter, l’azienda terzista che lavora esclusivamente per la Sandoz di Rovereto: le prospettive di taglio dell’attività ci sono, ma mancano indicazioni nette, per cui il sindacato ha proclamato da ieri lo stato di agitazione. A Bolzano invece manca chiarezza sul futuro del punto vendita storico della Metro e ballano 64 posti. Infine a Rovereto lo scontro fra Bonfiglioli e sindacato si alza di livello: ieri per la prima volta i dipendenti hanno scioperato per 8 ore.
La Sandoz, che fa parte di Novartis Italia e a Rovereto produce componenti per farmaci, ha dovuto rivedere i suoi piani che prevedevano lo stop alla produzione di Tiamulina (antibiotici per animali) nel 2020. L’anticipo a fine 2019 verrà affrontato con uno scivolo pensionistico per circa una dozzina di dipendenti diretti Sandoz su 148, mentre non è chiaro il futuro della Pulicenter. Nonostante il nome l’azienda ha una cinquantina di lavoratori, di cui 41 nel processo produttivo Sandoz, mentre gli addetti alle pulizie sono una decina. «Abbiamo scarsa visibilità — ammette Osvaldo Angiolini della Uiltec —. Da qui alla fine dell’anno usciranno 4 lavoratori a tempo determinato, ma non sappiamo nulla rispetto a quanto lavoro verrà a mancare e quindi all’impatto concreto su Pulicenter». Dopodomani è in agenda l’incontro con la società, ma i sindacati non sono ottimisti. Intanto da ieri è in vigore lo stato di agitazione, con blocco di straordinari e di ogni forma di flessibilità. In futuro lo scontro potrebbe inasprirsi.
Grande incertezza anche a Bolzano: si teme infatti la chiusura del magazzino di Bolzano, che dà lavoro a 64 persone. A fine giugno infatti scade il contratto di affitto con la Methab presieduta da Pietro Tosolini. L’imprenditore afferma di non aver aumentato l’affitto alla Metro. La società ha chiarito, nel vertice di mercoledì a Milano, che c’è l’intenzione di rimanere a Bolzano, ma il business deve essere «sostenibile». Uno dei punti deboli sarebbe proprio la rinegoziazione del contratto di affitto. «Dicono che non vogliono andarsene da Bolzano: speriamo che non intendano una permanenza limitata all’altro punto vendita di Bolzano, vale a dire il Metro Dolomiti, che ha una trentina di addetti» osserva Angelika Carfora della Uil Sgk. Sul dossier Bolzano c’è l’attenzione delle segreterie nazionali: nell’ultimo incontro, per discutere dell’integrativo nazionale, i sindacati hanno preteso di affrontare per prima cosa il nodo occupazionale altoatesino. «Ma l’azienda non ci ha dato risposte — insiste Carfora —. I prossimi incontri a Milano sono lunedì e martedì: se ancora una volta non ci saranno informazioni, apriremo lo stato di agitazione».
Chiude il quadro la tensione crescente alla Bonfiglioli di Rovereto, circa cento lavoratori che chiedono di essere trattati come i 1.500 colleghi del resto d’Italia. Mercoledì uno sciopero di due ore e mezza e ieri di otto. L’accusa: «La proprietà ha provato a rilanciare la trattativa sul contratto integrativo bypassando la Rsu e il sindacato, convocando direttamente i lavoratori e mettendo sul piatto aumenti che i dipendenti hanno subito compreso essere ridicoli». Secondo la Fiom Cgil l’azienda avrebbe «messo in dubbio il comportamento di Rsu e Fiom, responsabili di non rappresentare le cose come stanno». I dipendenti però avrebbero reagito e a quel punto la società avrebbe ammesso «che i soldi messi sul piatto sono simbolici». Sostegno è arrivato anche dai colleghi di Bologna.