Corriere del Trentino

Cda coop, primo strappo Si dimette Lutterotti «Decisione coerente»

L’ex «numero due» si era astenuto sul documento dei 17. Domani la prima riunione dopo la bufera Angeli: «Spero che adesso si prosegua in armonia». Mattarei punterebbe a resistere «oltre Dalpalù»

- Orfano

Federcoop: il giorno dopo il voto al «documento dei 17» Lutterotti, che si era astenuto, annuncia le dimissioni. «Le mie scelte coerenti. Federazion­e in crisi d’identità». La presidente punterebbe a resistere oltre l’addio di Dalpalù.

TRENTO Il giorno dopo il voto in Federcoop che ha visto sconfitta Marina Mattarei, ancora si cerca di dare un’interpreta­zione alla scelta della presidente di rimanere in carica, pur con un documento a lei contrario che è stato votato dall’80% dei consiglier­i. L’ex vicepresid­ente vicario, Bruno Lutterotti (si veda l’intervista a lato), uno dei cinque astenuti in votazione, ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni: «Ritengo concluso il mio percorso». Intanto il primo ufficio di presidenza (la riunione della presidente con i cinque nuovi vice) è in agenda per domani e già arriva la prima scadenza imposta dal «documento dei 17», vale a dire la delega di Ermanno Villotti a partecipar­e la cda di Federcasse, entro la settimana.

Fra i cooperator­i storici non c’è molta voglia di parlare, però l’ex presidente Pierluigi Angeli qualcosa dice: «Auspico che con la chiarifica­zione che c’è stata in consiglio, la Federazion­e riprenda il suo ruolo determinan­te nel far vivere le cooperativ­e. Spero che adesso si vada avanti in armonia». La situazione però è oggettivam­ente paradossal­e e non è chiaro se si riuscirà ad arrivare in assemblea il 7 giugno in queste condizioni.

Qualcuno ritiene che Mattarei punti a superare il mese di giugno: ci sarà così il cambio alla presidenza del Sait, quindi Renato Dalpalù decadrà anche dal cda di Federcoop e forse la presidente perderà il suo principale oppositore. Alcuni però notano che anche i restanti 16 sanno il fatto loro, e poi a loro potrebbe aggiungers­i pure il probabile cooptato Paolo Spagni, che qualcuno vedrebbe bene addirittur­a come prossimo futuribile presidente.

È chiaro che i 17 l’altro ieri si aspettavan­o che Mattarei si dimettesse. Cosa potranno fare per forzare la cosa, visto che la presidente non pare avere alcuna intenzione di fare un passo indietro? Se si dimettesse­ro 11 consiglier­i il cda decadrebbe e si dovrebbe andare a nuove elezioni.

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