Corriere del Trentino

Trenta bare e resti umani nel capannone

Scurelle, macabra scoperta del Noe. L’ipotesi: traffico illecito da altre province

- Roat

Macabra scoperta dei carabinier­i del Noe all’interno di un capannone di Scurelle in Bassa Valsugana. Una trentina di bare e resti umani ammassati nello stabile, si stima la presenza di decine di corpi. L’ipotesi è quella di un traffico illecito da altre province. L’allarme è stato dato da alcuni cittadini che avevano avvertito il forte odore provenient­e dal capannone e avevano avvertito in primis la polizia locale. L’edificio sarebbe in sub affitto.

TRENTO Quando sono entrati nel capannone quasi non credevano ai propri occhi. All’interno del vecchio stabile c’erano una trentina di bare e i resti umani di decine di corpi.

È difficile anche solo immaginare la sorpresa degli agenti della polizia locale che hanno subito allertato i carabinier­i del Noe (Nucleo operativo ecologico) di Trento che ora indagano sullo strano macabro ritrovamen­to nel vecchio edificio di Scurelle, in Bassa Valsugana.

A lanciare l’allarme, ieri mattina, sono stati alcuni cittadini che avevano avvertito il forte odore provenient­e dal capannone e avevano chiamato la polizia locale. L’edificio sarebbe stato dato in sub affitto, qualche tempo fa, ad alcune persone, sulla cui identità al momento c’è il massimo riserbo, ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare l’uso che ne avrebbero fatto. Nessuno avrebbe neppure potuto sospettarl­o, almeno fino a ieri. Sul posto sono subito intervenut­i i vigili del fuoco volontari, insieme alla polizia locale della Bassa Valsugana e ai tecnici dell’Azienda provincial­e. È una scoperta che mette i brividi e che ha fatto accorrere sul posto anche il sindaco Fulvio Ropelato. I carabinier­i hanno allertato anche la pm di turno Licia Scagliarin­i che ha aperto un’indagine.

Secondo i primissimi accertamen­ti, ma gli inquirenti al momento mantengono il massimo riserbo, i corpi e le bare sarebbero arrivati da un’altra provincia. Si tratterebb­e di corpi riesumati per liberare i cimiteri. Solitament­e per creare posto per nuove salme dopo un periodo medio di dieci o vent’anni i resti dei defunti vengono riesumati e devono essere smaltiti secondo determinat­e regole molto severe. In questo caso, invece, qualcuno, forse nella logica del risparmio, ha deciso di trasferire le ossa e le bare nel capannone. Che cosa poi ne sarebbe stato di questi resti non è ancora chiaro. I carabinier­i stanno cercando di ricostruir­e tutta l’agghiaccia­nte vicenda. Dietro al triste ritrovamen­to ci potrebbe infatti essere un traffico illecito di cadaveri.

L’ipotesi

Si sospetta un traffico illecito da altre province. Allarme lanciato dai cittadini

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