SFIDA EUROPEISTA SVP E TEAM K INCOGNITA VERDI
Dorfmann punta al tris Ma deve fare i conti con tanti concorrenti agguerriti e determinati
Nel mondo sudtirolese si scontrano gli europeisti, tra l’elettorato italiano la sfida invece è tra i sovranisti. Ma la grande domanda è quanti voti perderà la Volkspartei.
Le elezioni europee si avvicinano e ora che le liste si sono chiuse, la campagna elettorale è ufficialmente iniziata. I candidati altoatesini in tutto sono 14, praticamente in ogni lista. A fronteggiarsi sono due visioni opposte dell’Europa. Da un lato chi vuole proseguire sulla strada dell’integrazione, dall’altro chi invece punta a rafforzare gli stati nazionali a scapito dell’Ue. Due visioni incompatibili tra loro.
I riflettori sono ovviamente puntati sulla Volkspartei che punta a strappare il terzo mandato per Herbert Dorfmann. Per farcela è necessario che Forza Italia (a cui l’Svp è collegata) superi la soglia di sbarramento del 4% e che Dorfmann ottenga almeno 50mila preferenze. Sulla carta l’ostacolo è superabile visto che l’Svp può contare (dati delle ultime provinciali) su un bacino di oltre 120mila elettori tutti molti attenti a scrivere la preferenza. Gli ostacoli sul cammino dell’europarlamento però sono parecchi.
Il patto con Forza Italia infatti sta facendo venire il mal di pancia a tanti elettori della Svp. Soprattutto dopo che il partito di Berlusconi ha deciso di candidare Alessandra Mussolini come capolista nella circoscrizione «Sud». Un nome, quello del Duce, che nella comunità sudtirolese, evoca ancora tristi ricordi. Paradossalmente i voti raccolti dalla Mussolini aiuteranno l’Svp ad ottenere un seggio e i voti raccolti dalla Svp potrebbero aiutare la Mussolini. Roba da far rivoltare nella tomba tanto il Duce quanto il canonico Gamper che della Stella Alpina fu il fondatore.
Come se non bastasse la Stella Alpina deve anche fare i conti con una forte concorrenza: sia il team Köllensperger sia i verdi presentano candidati forti —Renate Holzeisen e Norbert Lantschner— proprio con l’obiettivo di scardinare il monopolio della Volkspartei. L’ultima volta i verdi ci riuscirono con Sepp Kusstatascher ma da allora sono passati 15 anni e gli equilibri politici italiani sono stati completamente stravolti.
«Credo che una perdita di consensi per la Volkspartei sia inevitabile. Vedremo quanto sarà ampia» ragiona il politologo Günther Pallaver, docente all’Università di Innsbruck e presidente della società altoatesina di Scienze politiche. «Per 20 anni la Biancofiore ha impersonato il demonio agli occhio degli elettori Svp. Adesso che è stata fatta l’alleanza con Forza Italia l’Svp rischia di pagare il conto. Anche perché non credo che la Biancofiore starà in silenzio, anzi si farà sentire» aggiunge Pallaver che non sottovaluta la concorrenza di altri candidati tedeschi.
«Non ci sarà la destra sudtirolese, è vero. Ma i verdi e soprattutto il team Köllensperger possono togliere tanti consensi alla Svp. Non abbastanza da mettere in pericolo l’elezione di Dorfmann ma qualcosa rosicchieranno senz’altro» prosegue il politologo.
L’unica incognita è, secondo Pallaver, il voto utile. «I verdi difficilmente supereranno la soglia del 4% e questo potrebbe scoraggiare molti elettori. Più Europa ha qualche chance in più di farcela ha candidati molto forti e non credo che a passare sia Holzeisen» aggiunge Pallaver.
La cosa curiosa è che l’Svp non avrà la concorrenza dei sovranisti ma di europeisti doc . Sia Norbert Lantschner sia Renate Holzeisein parlano di integrazione europea, di far diventare l’Alto Adige una regione più moderna e verde. E, ovviamente, per tutta la campagna elettorale ricorderanno ai sudtirolesi che votando Svp contribuiranno al ritorno di Berlusconi.
«Abbiamo due arene separate: nel mondo di lingua tedesca prevale l’europeismo, in quello italiano il sovranismo. Credo che l’Europa abbia portato grandi vantaggi all’Alto Adige, basti pensare alla caduta del confine del Brennero. Per questo — prosegue Pallaver — è difficile trovare sudtirolesi che sostengano l’idea sovranista. perché vorrebbe dire erigere di nuovo un confine al Brennero, e questo non lo vuole nessuno, il Brennero è un grande deterrente e i sudtirolesi sono persone molto razionali. É vero che alle ultime provinciali la Lega ha anche preso voti «tedeschi» ma si tratta di un fenomeno marginale. La gente ha votato Salvini. Il mondo italiano invece è molto più influenzato dalle logiche nazionali e quindi i sovranisti, Lega in testa, faranno bottino pieno. Il clima di opinione in questo non è molto favorevole ai partiti europeisti, l’Alto Adige sarà un’eccezione nel contesto italiano. Per il Pd sarà molto difficile: Battiston è un ottimo candidato ma i democratici sono in grande difficoltà. Con Zingaretti si erano un po’ risollevato ma il caso dell’Umbria rischia di avere effetti pesanti. Rispetto a cinque anni fa ci sarà un grosso calo, è inevitabile».
Anche Francesco Palermo, costituzionalista ed ex senatore di Pd-Svp, è convinto che il sovranismo attecchirà poco in Alto Adige.
«Siamo una regione di confine e quindi ci rendiamo conto che il ritorno delle frontiere sarebbe negativo. Per questo il sovranismo qui non attecchisce molto» spiega Palermo. «Questo però — avverte — non ci rende immuni. Esistono diversi tipi di sovranismo. Quello duro e puro e uno più sottile, quasi ontologico che crede che i nostri interessi vengano legittimamente prima degli altri. Questo tipo di sovranismo è molto più radicato. Anche qui in Alto Adige, su questo non dobbiamo farci illusioni».
la vera sfida sarà, secondo Palermo, all’interno del Partito popolare europeo.« Già oggi convivono anime molto diverse: quella legata ad Angela Merkel e quella legata al premier ungherese Viktor Orban. Due visioni in aperta contraddizione tra loro: i risultati delle elezioni faranno capire in che direzione andrà il Ppe».
Sul patto tra Svp e Forza Italia, Palermo se la cava con una battuta. «L’Svp è capace di allearsi con tutti. INfatti a Bolzano governa con i verdi, in Provincia con la Lega e in Europa va con Forza Italia. In politica la coerenza non sempre è un valore assoluto».
Il patto tra Forza Italia e Volkspartei ha avuto pesanti effetti anche a destra. Forza Italia ha perso Elisabetta Gardini uscita dal partito in polemica con la decisione di «regalare» l’unico seggio del Nord est alla Volkspartei. Gardini è passata con Fratelli d’Italia dove, insieme a Remo Sernagiotto, ha già programmato una campagna dedicata all’Alto Adige per convincere gli italiani a non votare Forza Italia. E lo stesso proveranno a fare Forza Nuova e, se sarà ammessa alla competizione elettorale, anche Casapound.
Se il movimento di Roberto Fiore in Alto Adige non ha mai attecchito — l’ultima visita di Fiore a Bolzano si è conclusa con contestazione, fuga in macchina e incidente stradale — Casapound ha a Bolzano una delle sue roccaforti. Tuttavia l’ascesa della Lega ha indebolito parecchio i fascisti del terzo millennio che ora sono stati «bannati» anche dai social network.
Da qualche giorno facebook infatti ha oscurato le pagine dei consiglieri comunali Maurizio Puglisi Ghizzi e Andrea Bonazza: difficile che in queste condizioni Casapound riesca a fare un buon risultato.
«La lega è considerato il partito più a destra di tutte le formazioni tradizionali. E ha eroso tanto consenso ai partitini di estrema destra che sono stati svuotati» analizza Pallaver.
Anche se le previsioni dicono che l’Alto Adige rimarrà una delle ultime fortezze del popolarismo europeista, è evidente che il risultato del voto rischia di avere pesanti conseguenze anche in Provincia di Bolzano. Komppatscher ha sempre definito l’Alto Adige «la piccola Europa nell’Europa». Ma è evidente che, se la grande Europa andrà in pezzi, le conseguenze si abbatteranno anche sulla piccola Europa.
Abbiamo due arene separate: nel mondo di lingua tedesca prevale l’idea europea In quello italiano, più influenzato da logiche nazionali, crescono i sovranisti