«Rovereto, valorizziamo le peculiarità In centro un supermercato diffuso»
La linea del patron di Metalsistem Briosi: «La politica deve avere visione»
ROVERETO Antonello Briosi, patron di Metalsistem, si inserisce nel dibattito sulla crisi del centro storico roveretano con uno sguardo da imprenditore, cogliendo le criticità ma allo stesso tempo capace di far leva sulle potenzialità. «Dato il contesto, si devono valorizzare le peculiarità del territorio e delle persone che lo vivono».
Facile a dirsi, ma da dove si parte?
«L’ho detto, dal contesto. Rovereto, e tutto il Trentino, è un territorio decentrato, siamo in mezzo ai monti. È più facile fare industria in pianura padana, vicino a un aeroporto. Siamo decentrati ma non significa che siamo svantaggiati: si deve puntare su altro, ad esempio sulle peculiarità di chi vive questa terra».
Il Trentino della gente operosa?
«Sì, siamo gente che lavora, con principi ben radicati. Siamo sempre stati periferia ma siamo sempre stati capaci di mettere in campo soluzioni che hanno controbilanciato i limiti e le criticità».
Però c’è di mezzo una crisi industriale che ha penalizzato soprattutto Rovereto, che dell’industria era il polo
«Non si deve incorrere nell’errore di pensare che alla fine della crisi tutto torni come prima. Lo dico da tempo: c’è stata una metamorfosi, un cambiamento epocale, un passaggio determinato dalla crisi che ha modificato tutto. Ora si tratta di capire il cambiamento e cavalcarlo».
È cambiato il modo di produrre, di comperare, di vivere la città? Questo dice?
«Non si può non tenere conto dell’e-commerce: ormai molte merci te le porta a casa Amazon. Che senso ha rimpiangere e voler riproporre i negozi di una volta in centro storico? Quell’esperienza è finita. L’evoluzione della rete è una realtà e non si può staccare la presa di Internet».
Come si può fare allora per fronte a questo senza far soccombere i centri storici?
«La nicchia, la particolarità, il prodotto a chilometro zero, quello che online non si trova. La creatività, soprattutto».
Basta questo?
«No, perché non può rappresentare il 100% dell’economia. Ma per quanto riguarda il centro storico si deve agire sulle peculiarità, sulla genialità, e imparare a venderle. A Rovereto c’è uno dei centri storici più grandi d’Italia se paragonato alla popolazione: si deve investire in questo, è un patrimonio unico».
Qualche idea?
«In questo contesto, dentro un progetto condiviso tra pubblico e privato, si potrebbe fare del centro storico un supermercato diffuso, generalizzato. Ma si deve ripensare la viabilità, pedonale ed elettrica, ristrutturare tutto: un progetto di lungo periodo, una visione lunga che ha bisogno di una partecipazione organica di tutta la città. Ci sono esempi in Europa, in Spagna soprattutto. Interi borghi che hanno riscontrato enorme successo».
Ma i commercianti si lamentano che gli imprenditori investono all’esterno, preferendo costruire centri commerciali.
«Lo fanno perché è conveniente. Se creiamo le condizioni di un centro vivo la tendenza può invertirsi. Sono evoluzioni, le cose nascono e muoiono. Ora c’è l’iper e il supermercato, ma se cambia il contesto cambiano anche le convenienze e si torna a investire in centro».
La politica, l’amministrazione comunale, cosa può fare in tutto questo?
«Ha un ruolo fondamentale, vitale. La politica è quella che oggi può ancora determinare le strategie, creare il modello, favorire l’incontro pubblico-privato, sollecitare e accompagnare la progettazione. La politica è strategica, deve però avere visione».