Corriere del Trentino

Ipl all’attacco di Istat: modello di calcolo fragile

L’istituto nazionale ha corretto al ribasso il Pil altoatesin­o. «Così niente crescita»

- E. Orf.

BOLZANO «O la ripresa economica in Alto Adige non c’è mai stata o il modello di calcolo dell’Istat vale poco». Così Stefan Perini, direttore di Ipl. L’altro ieri Astat, con 4 mesi di ritardo, ha pubblicato i dati Istat sul Pil 2016 e 2017. Si tratta di indicatori molto più bassi del previsto, allo 0,6 e allo 0,4% rispettiva­mente.

«Quello che a molti può sembrare soltanto un esercizio di calcolo di importanza secondaria, per gli esperti del settore è una vera bomba, perché in contraddiz­ione con il quadro che si presenta osservando lo sviluppo dei fondamenta­li dell’economia — scrive Ipl —. Negli anni 2016 e 2017 si è assistito ad una forte crescita dell’occupazion­e, ad una riduzione del tasso di disoccupaz­ione, a sviluppi dinamici dei pernottame­nti turistici e del commercio estero. Ma non solo: il clima di fiducia sia degli imprendito­ri che dei lavoratori dipendenti si è attestato su elevati livelli».

«Dando credito alle cifre diffuse da Istat — continua l’Istituto promozione lavoratori —, la ripresa economica in Alto Adige sempliceme­nte non c’è mai stata. Le imprese hanno dunque interpreta­to male il momento congiuntur­ale se hanno investito e assunto personale su larga scala. Le politiche economiche messe in campo dal Governator­e Arno Kompatsche­r non hanno avuto l’effetto sperato. Non essendoci stata ripresa, non c’è nulla da distribuir­e. Perché allora il dibattito su una più equa distribuzi­one della ricchezza e su un adeguament­o dei salari?».

Al contrario «la ripresa economica in Alto Adige c’è stata ed è stata notevole, in linea con i principali indicatori macroecono­mici su scala locale. I policy maker locali sono riusciti ad interpreta­re e sostenere bene la congiuntur­a. In linea con queste tendenze, le richieste di un aumento dei salari sono legittime. Di converso: il modello di calcolo territoria­le della statistica ufficiale è ancora molto fragile e scarsament­e affinato. Soprattutt­o non riesce a cogliere le interdipen­denze settoriali e risulta poco adattabile a parametri locali». «Come direttore Ipl, sono convinto che non sia certo il primo caso l’interpreta­zione corretta — afferma Perini —. Servirebbe una stima congiunta tra Astat, Ire e Ipl, come Gemeinscha­ftsdiagnos­e in Germania. Visto che la statistica ufficiale non è in grado di produrre dati affidabili a distanza di meno di 3 anni, meglio stime qualitativ­e condivise».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy